lunedì , 4 Novembre 2024
intervista maxime lopez
foto: sassuolocalcio.it

Maxime Lopez si racconta alla Gazzetta: “Dionisi mi ha dato le chiavi del gioco”

Uno dei giocatori più importanti del Sassuolo è senza dubbio Maxime Lopez: il francese, arrivato dal Marsiglia ad ottobre 2020, si è messo subito in evidenza per le sue doti tecniche e ad oggi è uno dei titolarissimi di mister Dionisi. Abbiamo parlato di lui pochi giorni fa con questo approfondimento: Lopez ha deciso di raccontarsi a La Gazzetta dello Sport. Questa la sua intervista integrale.

“Dai 13 ai 16 anni l’altezza è stata un problema. Mi allenavo bene, poi alla domenica restavo in panchina. Non ho mollato e adesso eccomi qui. Definizione di precisione? Quando un passaggio consente al mio compagno di guadagnare un tempo di gioco. Tocco molto la palla? Riguardo in tv ogni mia partita e a volte succede. Comunque il contatto costante con la palla fa parte del mio gioco. A me piace avere la palla molto piuttosto che rincorrerla. Tante ammonizioni? Spesso sono ammonizioni per proteste. E in questo devo migliorare. Perdo tempo ed energie a protestare e non va bene. Padre spagnolo, madre algerina, francese di nascita. Che calcio scorre nel mio sangue? Per caratteristiche, forse un calcio spagnolo. Ma comincio a pensare che sia un calcio italiano: mi trovo molto bene qui”.

Zidane? Per me è un riferimento. Conosco molto bene la sua famiglia, il mio miglior amico è suo nipote. Ho buoni rapporti con i suoi figli. Con quella frase (Lopez fa cose sorprendenti per la sua età) mi rese felice. Mio fratello mi ha indicato la strada? Sì, Julien ha fatto molti errori dai quali ho capito come comportarmi. Da giovane giocava nel Montpellier e pensava più a fare festa che ad allenarsi. Ha pagato l’atteggiamento: al calcio devi dedicarti completamente. Io vicino al Liverpool e al Barcellona? Sto facendo il mio percorso. Al Liverpool ho detto di no io: mi hanno proposto il contratto, ma avevo 16 anni e non me la sentivo di andare via di casa. Così restai al Marsiglia. Anni dopo sembrava che il Barcellona volesse prendermi. Io sono tifoso del Barça, sarebbe stato un sogno. Ma andò diversamente”.

Da quando ho smesso di preoccuparmi per l’altezza? Quando ho capito che dovevo trasformare il limite in un’opportunità. Mi sono ispirato ai campioni del centrocampo che non erano alti: Xavi, Iniesta. Il mio idolo, poi, è Messi… Rudi Garcia? E’ stato il primo ad aver avuto fiducia in me, nel Marsiglia. Abbiamo un rapporto quasi padre-figlio. De Zerbi? Confesso che non sapevo molto del Sassuolo. Mi ha telefonato, mi ha raccontato il suo calcio ed era come il mio. C’è sempre stato un ottimo feeling tra di noi. Dionisi? A dicembre mi disse che senza palla non sempre ero nelle zone opportune. Mi sto applicando, Dionisi mi ha dato le chiavi del gioco. Ma sulla tattica sto lavorando molto: era quello che mi serviva. Alla squadra devo dare l’organizzazione. Devo leggere le situazioni, mantenere l’equilibrio e fare le chiusure preventive. L’obiettivo per il finale di stagione è dare continuità. Ci siamo tolti grandi soddisfazioni contro le big e abbiamo lasciato per strada molti punti contro squadre meno forti. Gol? Segno poco e mi dispiace. Ma il gol alla Juve è stato decisivo. Ero stanco, ma qualcuno nella mia testa mi ha detto “vai”. Berardi mi ha dato una palla straordinaria e io, mentre correvo verso Szczesny (in realtà era Perin, ndr), ho deciso di fare lo scavetto perché i portieri di solito escono bassi. Un sogno. E ne ho un altro: la Francia. È una nazionale piena di campioni, mi piacerebbe dimostrare di essere… all’altezza”.

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Riguardo Gabriele Boscagli

Deluso dalle big fin dalla giovanissima età, si è affezionato al Sassuolo e non lo ha più lasciato. In redazione è il pilastro del settore giovanile.

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