Soltanto il Benevento e il Verona hanno una differenza reti peggiore di quella del Sassuolo. Lo dicono i dati, chiari e tondi.
I giallorossi di Baroni, ultimi in classifica a zero punti, hanno un netto di -17. Due soli gol messi a segno in otto giornate contro 19 subiti. Un po’ meglio l’Hellas, con una differenza che fa -12 grazie a quattro reti fatte e sedici subite. Peccato che il Verona abbia un punto in più dei neroverdi, che sono attualmente al penultimo posto insieme a Genoa e Spal.
Numeri simili a quelli del Sassuolo, che in questa speciale (brutta) classifica si piazza terzo con -11, con quindici gol subiti a fronte dei solo quattro segnati.
Cifre a cui le altre squadre non si avvicinano nemmeno: nessuno raggiunge la doppia cifra col segno meno. Hanno pesato i sei gol subiti a Roma dalla Lazio, ma questa non è certo un attenuante. Se la squadra subisce, subisce molto; se segna, segna poco.
L’emergenza infortuni è in difesa, ma il problema è l’attacco. Se anche col Chievo è finita a reti bianche qualche problema evidentemente ci sarà. Come ha detto il mister e anche il buon Duncan non bisogna cercare alibi gettando tutta la colpa sugli attaccanti.
Vero. Però c’è da dire che due rapaci di area come Falcinelli e Matri hanno segnato un gol in due, e su rigore. E che due esterni prestanti come Berardi e Politano – per i quali la scorsa estate Carnevali ha chiesto complessivamente una cifra vicina ai 70 milioni di euro – non abbiano fatto meglio: un gol a testa (ancora uno su rigore) e la bellezza di zero assist.
Là davanti abbiamo assistito alla partenza pesante di Defrel e a quelle “sussidiarie” di Pietro Iemmello e Federico Ricci. In compenso è arrivato Falcinelli e sono stati promossi Pierini e Scamacca. Possibile che non si trovi ancora una dimensione?
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