lunedì , 16 Settembre 2024
sassuolo palmieri direttore sportivo
Foto: sassuolocalcio.it

Sassuolo, è stata la sessione di mercato delle cessioni “green”

E’ stata una sessione di mercato molto blanda, quella che il Sassuolo si è lasciata alle spalle meno di 48 ore fa. Non ce ne vogliano i due Giovanni, l’ad Carnevali e il ds Rossi, insieme a tutti gli altri uomini di mercato della società, che hanno passato l’ennesima estate incollati al telefono e alla scrivania: stiamo parlando esclusivamente della mole di operazioni, in entrata e in uscita, che hanno coinvolto la prima squadra. A dirla tutta, il Sassuolo non è mai stata una società da calciomercato e si è sempre mossa nel rispetto delle parti in causa, dei bilanci e della filosofia societaria: quando c’è da sostituire un big lo si fa, ma senza cercare il colpo mediatico (Boateng a parte, con il ghanese che è comunque tornato utile alla causa neroverde).

La sessione di mercato appena conclusa, semmai, è stata quella dello sfoltimento: non solo in attacco (via Caputo, Haraslin e Oddei, dentro il solo Scamacca) ma anche nel parco dei giocatori in prestito, sensibilmente rimpicciolito. Vero è che le limitazioni al numero di prestiti (che diventeranno ancora più stringenti dal prossimo 1 luglio) impongono determinate scelte; ma è altrettanto vero che resta un po’ di amaro in bocca a vedere ragazzi cresciuti nel vivaio neroverde ceduti senza troppi convenevoli dopo due o tre stagioni a maturare in provincia.

raffaele celia spal
foto: spalferrara.it

Badate bene: non ci stiamo riferendo a giocatori come Dell’Orco o Ricci, che a Sassuolo hanno vissuto l’apice della carriera per poi digradare verso la cadetteria, e che sono stati ceduti a titolo definitivo rispettivamente a Perugia e Reggina. Stiamo parlando di Raffaele Celia e Aristidi Kolaj, due classe ’99 che in Serie C hanno detto la loro e che si sono meritatamente guadagnati la Serie B con le maglie di SPAL e Alessandria; di Luca Ravanelli, un po’ più attempato (è del 1997) ma titolare da due stagioni in Serie B con la maglia della Cremonese; di Nicholas Pierini, potenzialmente il più promettente dei quattro, che ha sì vissuto degli ultimi mesi difficili, ma che può anche rilanciarsi da un momento all’altro nel professionismo.

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Commentare il calciomercato non è mai semplice: il calcio vive di dinamiche che persino chi è nell’ambiente fa fatica a comprendere. Può anche essere che nei quattro contratti sia inserita una clausola di riacquisto ad un prezzo già fissato, o una percentuale sulla rivendita (come pare esserci nel caso di Ravanelli alla Cremonese): non ci è dato saperlo, stando ai comunicati ufficiali delle società in causa che spesso omettono questi dettagli. O, più semplicemente, che il ragazzo abbia spinto per lasciare definitivamente Sassuolo (e se così fosse, andrebbero indagati i motivi dietro questa scelta). A noi tifosi, legittimamente, farebbe piacere vedere un Frattesi-bis, che cresce in provincia e in un sol colpo si prende la titolarità in prima squadra; un po’ meno, vedere un giocatore talentuoso come Martin Erlic ceduto a mille euro e ricomprato a 3 milioni e mezzo (al netto dello sconto del 50% dovuto alla percentuale sulla rivendita).

Riguardo Gabriele Boscagli

Deluso dalle big fin dalla giovanissima età, si è affezionato al Sassuolo e non lo ha più lasciato. In redazione è il pilastro del settore giovanile.

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