Stefano Sensi, chi era costui? Questo uno degli interrogativi che più di un tifoso neroverde si sta ponendo. Il numero 12 non scende in campo dal 29 novembre scorso: Sassuolo-Bari, esordio sulla panchina emiliana di mister Beppe Iachini, ha fatto registrare l’ultima apparizione per il centrocampista ex Cesena.
Panchina e infortuni hanno poi impedito a Sensi di dare il suo contributo alla causa. Del resto, il nuovo tecnico è stato chiaro in più di un’occasione: Stefano è da ritenersi il vice Magnanelli e il suo impiego appare dunque condizionato alla disponibilità del capitano. Dal punto di vista tattico, dunque, pare che l’allenatore ascolano veda il giocatore esclusivamente come una pedina da piazzare davanti alla difesa. Chiusura pressoché totale, pertanto, all’utilizzo di Sensi come mezzala, situazione verificatasi in più occasioni sotto le gestioni Di Francesco e Bucchi.
E quindi? La situazione parrebbe chiara, ma non si può dimenticare che Sensi, al netto di alcuni errori commessi nella prima parte della stagione, è un giocatore di fantasia e di indubbio talento. In un momento critico come questo inizio di 2018 il Sassuolo dovrebbe guardare a soluzioni alternative, specie a centrocampo. Il trittico Missiroli-Magnanelli-Duncan è il medesimo considerato titolare anche due stagioni fa e pur non mettendo in discussione la qualità e l’abnegazione di questi giocatori non si può certo attendere che siano imprevisti poco piacevoli a “costringere” Iachini a valutare nuove opzioni.
Basti pensare all’esplosione di Lorenzo Pellegrini, lo scorso anno diventato sostanzialmente titolare in ragione proprio degli acciacchi fisici che hanno tormentato i colleghi di reparto. L’attuale mediano della Roma avrebbe raggiunto gli attuali rendimenti se fosse stato relegato a un ruolo da comprimario? Difficile a dirsi: resta il fatto che valutare, come detto, soluzioni alternative per aumentare la qualità dei giocatori messi in campo potebbe essere una strada percorribile per raccogliere al più presto i punti necessari per la sospirata salvezza. Senza contare che Sensi è uno dei pochi giocatori che, ad inizio stagione, dichiarava senza mezzi termini di voler restare a Sassuolo e di credere fermamente nel progetto neroverde. E investire su un giocatore motivato alla permanenza potrebbe essere una scelta lungimirante anche nel medio-lungo periodo.