Dopo essere stato protagonista del match contro la Polonia, stasera Pellegrini e l’Under 21 di Di Biagio sfideranno la Spagna sul campo dell’Olimpico. E proprio allo stadio romano vanno i pensieri del giovane centrocampista del Sassuolo, sul quale la Roma vanta un diritto di recompra. Inoltre, stasera, per lui e per altri ragazzi – tra cui lo spagnolo Iñaki Williams, che abbiamo avuto modo di conoscere in Europa nelle due sfide contro il Bilbao – saranno allo stadio degli osservatori della Juventus, pronti a sfidare i giallorossi per il numero 6 del Sassuolo.
Ai microfoni di Matteo Pinci di Repubblica, Lorenzo Pellegrini ha quindi parlato delle suggestioni dello stadio capitolino: “Ci andavo da bambino con papà, una settimana fa ci ho giocato col Sassuolo. È l’Olimpico, entrarci è stupendo. Vorrei venissero in tanti a vederci, per noi è importante giocare con lo stadio pieno, ti dà qualcosa in più”.
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E sulla sfida scudetto che si muove sul suo nome: “Parti da piccolino e senza rendertene conto trovi il tuo nome accostato alle migliori del campionato. A gennaio la Roma ha provato a riprendermi, ma il Sassuolo non ha voluto cedermi. Giusto, non era corretto andar via in quel momento. So che se farò bene potrei avere una scelta a giugno. La Roma? A fine partita ci siamo salutati con De Rossi. Vedremo”.
Prospettiva confermata anche ai microfoni della RAI: “Non posso decidere solo io cosa accadrá a giugno, ma tengo tutte le porte aperte. Per ora penso solo a finire bene la stagione col Sassuolo”.
Il Sassuolo è una squadra di giovani, un serbatoio anche per la nazionale: “Due o tre anni fa i giovani che trovavano spazio nelle squadre italiane non erano tanti. Ora si sta assottigliando la differenza con gli altri campionati: dall’anno scorso i club danno più spazio, più possibilità a noi giovani. E noi la stiamo sfruttando bene. Segnali positivi soprattutto per il futuro dell’Italia”.
E lui è un giovane che ce l’ha fatta nonostante qualche problema di salute, un’aritimia all’età di 15 anni: “Aritmia causata da un’infezione. Giocandoci sopra il cuore era un po’ in sofferenza, ma non ho mai temuto di smettere né me lo hanno detto. Però in quel periodo ho conosciuto Veronica, e da cinque anni non ci lasciamo un momento”.
Il suo numero fortunato è il 37: “Ce l’ho tatuato sulle dita. Lo scrivevo sui quaderni da bambino, mia nonna è nata nel ‘37, tante piccole cose. Ma sulla maglia no, meglio il 6”.
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