Giovanni Carnevali ha parlato ai microfoni di TeleLombardia, dove ha espresso le principali posizioni del Sassuolo in merito allo stop del campionato e a una sua eventuale ripresa.
La posizione del Sassuolo: “Noi, come società non abbiamo avuto emergenze né problemi di coronavirus. E questo è un fattore molto importante. Non abbiamo avuto nemmeno richieste da parte dei nostri giocatori, soprattutto stranieri, di andare via. Abbiamo suggerito loro in maniera forte di rimanere a casa e tutto ciò è stato rispettato. Qualora uno di loro si allontanasse, al suo rientro dovrà osservare un periodo di quarantena. Ma non sapendo quando riprenderanno gli allenamenti, potrebbe essere un grande problema. Non possiamo obbligare nessuno, ma è una questione di buon senso. Nel momento in cui un calciatore non rispetta la volontà della società, al suo rientro dovrà rispettare alcune normative. Non possiamo rischiare di far ammalare qualcun altro. Ma è un discorso che i nostri ragazzi hanno molto chiaro. Abbiamo messo loro a disposizione una serie di opportunità per fare un po’ di allenamento anche all’interno delle loro abitazioni”.
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Poi ha fatto riferimento alla possibilità di riprendere gli allenamenti, avanzata da altre società: “Personalmente, ascoltando certe dichiarazioni, molte persone parlavano in maniera irresponsabile. A volte sono rimasto allibito. In una situazione drammatica come quella di adesso non si può far fare allenamento ai ragazzi. Al di là di ciò che si diceva, per noi fanno testo le indicazioni medico-scientifiche. Da lì partono le nostre decisioni. La prima cosa più importante è la salute di tutti, non solo quella dei giocatori. Nello staff ci sono tante persone e doobbiamo tutelare la salute di tutti. Non ci passa neanche per il cervello di ricominciare gli allenamenti. E sotto questo aspetto siamo ben determinati. Fino a pochi giorni fa non c’era l’obbligo di non potersi allenare e altri hanno detto di volerlo fare. Ma per me certe persone parlavano in maniera spropositata”.
Si parla anche di riduzioni agli stipendi: “Io credo che ci sia interesse da parte di tutto il mondo del calcio e di ciò che gravita attorno per mantenere la sostenibilità del sistema. Io credo che non ci saranno problemi, anche sugli stipendi. Se ci sentiamo possiamo ragionare e trovare le soluzioni giuste. Non mi piace quando si sente dire che non si pagano gli stipendi, di tutti, non solo dei giocatori, ma di fronte a certe esigenze bisogna affrontare un certo tipo di discorso”.
In Lega si discutono le soluzioni: “In questi giorni abbiamo affrontato dei tavoli di discussione coi componenti della Lega Calcio e delle altre società. La Lega ha tentato di affrontare il discorso termine in vista di una possibile continuazione del campionato a porte chiuse o di chiuderlo definitivamente. Le valutazioni hanno una formula molto ampia. Noi non dobbiamo affrettare i tempi. Oggi i problemi sono altri. La situazione è difficile. Non possiamo pensare a certe cose senza sapere cosa succederà. Lavoriamo giorno per giorno. Abbiamo la speranza di portare a termine il campionato ma non sarà facile. La gestione di tante società, nella nostra Lega è difficile. Io penso che se si riesce a iniziare il campionato poi deve essere portato avanti con regolarità. Se si ricominceranno gli allenamenti, le società dovranno cercare di farlo tutte lo stesso giorno per una questione di lealtà sportiva. Personalmente, sono disponibile a farlo finire dopo il 30 giugno. E sarebbe bello poter giocare coi tifosi allo stadio, magari anche nel periodo estivo. Fare programmi oggi è molto difficile. Ma dobbiamo pensare alle possibili soluzioni. Sarebbe bello chiuderlo, anche in tempi più avanzati”.
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