Ai microfoni di Sky, Eusebio Di Francesco parla di sé, di suo figlio Federico, del Sassuolo e del calcio che ama.
Si riparte da domenica scorsa. La sconfitta contro il Bologna ha visto tra i migliori in campo proprio il giovane Di Francesco: “Mio figlio mi ha pagato una cena, dopo la partita siamo stati in famiglia. Sul tackle che Berardi gli ha fatto mi sono sentito padre di tutti e due. Da bambino, Federico aveva un pallone di spugna con il quale giocava sempre, tecnicamente è sempre stato più bravo di me. Gli mancava un po’ di determinazione, ma l’ha trovata giocando a Cremona e al Lanciato. Mi sarebbe piaciuto allenarlo a Sassuolo, qui avrebbe potuto sostituire Sansone. Se lo allenassi gli toglierei qualcosa invece di dargliela. Non posso precludergli di diventare quello che sta diventando“.
Poi, però, si passa a parlare della sua squadra, dei neroverdi: “La cosa più importante è lavorare sul sistema di gioco. Quest’estate ho iniziato a provare il 4-2-4 o il 4-2-3-1, che ti permettono di cambiare qualcosa a gara incorso. Non sono integralista, mi piace però dare più certezze possibili alla mia squadra. Il mio modello di calcio lo giocano Manchester City e Barcellona, sempre la ricerca di un qualcosa e si lega molto al lavoro di squadra più che all’individuo. I miei attaccanti non segnano tanto ma vorrei che facessero gol per tutte le occasioni per creare, ma prima di tutto devono lavorare per la squadra“.
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Il mister parla anche del futuro e delle voci continue che lo accostano a Roma, Juventus e Fiorentina: “Tra me e il Sassuolo c’è un rapporto forte e ogni anno si parla del nostro futuro insieme. Vivo in questo ambiente, una società con ampi margini di crescita e valuteremo insieme il mio futuro. L’unica via per stare nel calcio per me era l’allenatore, mi è piaciuto, ne sono rimasto affascinato da questo ruolo. Dentro di me dicevo ‘si diventa scemi a fare l’allenatore’ ma adesso non potrei fare altro“.
Domenica c’è Roma-Sassuolo, una partita evocativa per Difra, che da giocatore è stato amatissimo dai tifosi giallorossi: “Fa piacere essere ricordato dai tifosi, come uomo e come calciatore. In futuro sulla panchina giallorossa? Mai dire mai, Roma mi è rimasta nel cuore. Il desiderio però di poter battere una grande è sempre vivo e ci si allena proprio per battere le squadre più forti“.
Infine, anche qualche parola sulla Juventus: “Ai quarti credo che la Juve se la possa giocare con il Real e debba sperare di evitare il Barcellona. Di sicuro è superiore all’Atletico Madrid. Dybala è un giocatore dalla qualità tecnica importante e grande forza per far male agli avversari. Berardi farebbe fatica con il loro 5-3-2, con un 4-2-3-1 esprime meglio le sue qualità da esterno destro alto“.
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