Edoardo Iannoni è uno degli acquisti estivi del Sassuolo: arrivato a titolo definitivo dal Perugia, il centrocampista classe 2001 non ha ancora fatto il proprio esordio con la maglia neroverde. Iannoni ha rilasciato le prime parole da giocatore del Sassuolo ai microfoni di SassuoloChannel:
Sull’arrivo a Sassuolo: “Ho avuto un impatto molto piacevole: ho trovato un ambiente al top dell’organizzazione, si respira un clima tranquillo e in cui si può lavorare benissimo. Già da fuori vedevo il Sassuolo come un club sano, l’impatto ha superato le mie aspettative. In rosa conoscevo solo Paz e Ghion, entrambi conosciuti a Perugia. Con Yeferson ho giocato due anni insieme: all’inizio è molto timido, non parla praticamente mai, ma quando prende confidenza non sta più zitto e parla a ruota libera. Ho un ottimo rapporto con lui perché a Perugia stavamo sempre insieme, lo accompagnavo agli allenamenti, facevamo pranzo e cena insieme. Lui non ha la patente ed ero anche il suo autista personale (ride, ndr)”.
Sulla squadra: “La squadra è forte, sono rimasti quei calciatori che sarebbero dovuti andare via via e che sono di categoria superiore. I presupposti per tornare in Serie A ci sono, ma la Serie B è difficilissima e imprevedibile. Vincerlo non è mai facile: ci sono tante altre squadre attrezzate come noi, ma possiamo dire la nostra fino alla fine”.
Sugli obiettivi: “Il mio obiettivo è migliorarmi: a livello di numeri me lo sono posto ma non si dice. Il sogno è giocare in Serie A. Caratterialmente mi reputo un calciatore disciplinato: sono uno che si mette sempre a disposizione e dà il massimo. Tatticamente sono un giocatore che fa della fisicità e della forza la sua arma principale, sono un centrocampista di gamba ed inserimento, di quantità”.
Sulle origini: “Ho iniziato a giocare a calcio quando avevo sette anni all’Urbetevere. Dopo due anni ho iniziato nelle giovanili della Roma: per me è stata un’emozione unica perché è la squadra della mia città e del mio cuore. Ho fatto quattro bellissimi anni che mi hanno fatto crescere tanto. Ho iniziato a giocare tra i grandi con il Trastevere in Serie D dopo essere passato al Savio, un’altra società di Roma: ho fatto la gavetta perché non ho mai fatto Primavera e sono tornato nel professionismo passando dai dilettanti. E’ stato molto utile perché ti fa capire subito come ci si deve comportare in uno spogliatoio con persone più grandi di te, com’è il ritmo in campo: sotto certi aspetti è più formativo”.
Sull’arrivo nel professionismo: “Dal Trastevere sono andato alla Salernitana: è stato un salto grande in Serie B, con l’obiettivo di essere girato in prestito in C. A Salerno ho trovato mister Castori che ha voluto tenermi lì fino a gennaio. Ho avuto poco spazio, la squadra era forte e a gennaio sono andato alla Juve Stabia: per problemi fisici e Covid, non ho avuto molto spazio. L’anno successivo ad Ancona ho fatto tutte le partite e mi sono messo in mostra come volevo. Sono arrivato a Perugia chiamato nuovamente da Castori: mi ha voluto a tutti i costi e sono andato lì motivatissimo per fare la Serie B. E’ stato un anno molto difficile ma che mi ha formato tanto”.
Sulla vita extracalcistica: “A scuola sono sempre andato bene. Ho fatto il liceo classico, studiare mi piaceva anche se non studiavo molto: diciamo che ero portato, avevo una buona memoria, sono uscito alla maturità con 90. Ho sempre avuto in mente di riprendere gli studi ma non l’ho mai fatto: adesso sono fermo, ma avrei l’intenzione di ricominciare perché stare troppo fermo con la mente non va bene e penso che un domani mi servirà un titolo di studio. Non mi piacciono molto i social: non li uso personalmente, non sono uno che pubblica perché non mi piace. Ho Instagram e Facebook, anche se quest’ultimo non lo uso da una vita. Li uso principalmente per vedere notizie e seguire i miei amici”.
“Ho avuto un momento difficile, quello del Covid: non solo io ma tutta la mia famiglia, mio padre è stato molto male. Io ero alla Juve Stabia e lui era ricoverato a Roma con il casco di ossigeno. Io vivevo da solo in hotel a Castellammare, in zona rossa in Campania: stavo male anch’io e non giocavo. Peggio di così non poteva andare. La cosa più bella invece è il trasferimento al Sassuolo: ne sono felice, per me è molto importante”.