Oggi è il giorno in cui si celebra un trionfo eroico e dai tratti (sportivamente parlando) miracolosi: la vittoria del Leicester, magistralmente guidato da Ranieri, nel campionato inglese. Un trionfo, quello delle “Foxes”, intorno al quale si sono radunate centinaia di migliaia di persone, da ogni nazione, da ogni luogo. Calciofili romantici e sognatori o semplicemente appassionati di storie incredibili e dai contorni epici. Perché la Premier vinta da Vardy e compagni è la rivincita del calcio provinciale, nel senso di uno sport lontano dal blasone delle grandi squadre europee, genuino e popolare, in grado di coagulare intorno a sé i sostenitori di un calcio proletario, o meglio piccolo borghese, libero dalle regole formali e distante anni luce dagli investimenti miliardari di sceicchi e magnati.
Il 2016 è, in generale, l’anno dei miracoli calcistici, come riportato dalla nostra redazione in un precedente articolo. E’ l’anno degli anti-divi, da Ranieri a Juric, è l’anno di un calcio semplice e senza fronzoli, è l’anno della caduta del tiki-taka, sia nel formato catalano, sia in quello più meccanico tedesco. In questa stagione, quindi, ci sarebbe stata bene la salvezza di una squadra operaia come il Frosinone di Stellone. Sia chiaro, l’ex attaccante del Torino di imprese sportive in Lazio ne ha già compiute tante, basti pensare alla storica promozione in Serie A.
Il Frosinone è stata una delle più belle favole calcistiche della passata stagione e Stellone si è dimostrato un allenatore di ottimo livello, legato a un calcio semplice (basti pensare al modulo preferito: il 4-4-2), ma efficace, incisivo e solido. La Serie A, ovviamente, non è la cadetteria e, già ad inizio anno, la salvezza, per i ciociari, sembrava un’impresa impossibile. Impossibile, essenzialmente, in virtù di una rosa tecnicamente modesta e con pochi giocatori esperti della massima serie. Stellone non ha mai cercato alibi e scuse, anche nei momenti più difficili del campionato, vivendo questa stagione, come tutta la città, come un lungo sogno, dal quale, prima o poi, ci si dovrà risvegliare.
La sconfitta interna contro il Palermo sembrava aver condannato senza appello Gori e compagni, ma i gialloblu hanno avuto un incredibile moto d’orgoglio e hanno affrontato il Milan, un Milan ormai derelitto, va detto, con la voglia di riscrivere un destino ormai segnato e il doppio vantaggio a San Siro aveva illuso tutti. Poi la dura cronaca: il Milan, con un rigore contestato dallo stesso Stellone, pareggia e, nel finale, rischia pure di vincere.
A due giornate dal termine, per il Frosinone la salvezza è tornata ad essere un’impresa impossibile. Nonostante l’evidenza dei fatti, Stellone dice di crederci ancora. Senza dubbio, al “Matusa”, sarà una battaglia, una battaglia per due sogni opposti: l’Europa per il Sassuolo, la salvezza per il Frosinone. Per Stellone, di sicuro, è l’ultima possibilità di completare il suo personale miracolo sportivo in terra laziale.