È inutile nasconderlo, dopo il rocambolesco 3-3 del Mapei Stadium contro il Napoli eravamo tutti certi che a Udine il Sassuolo poteva andare a fare il bello e il cattivo tempo. Così non è stato e Udinese-Sassuolo è finita con un 2-0 che ci ha colpito nel profondo dell’anima.
Non si tratta solo delle speranze europee, ormai fievoli ricordi di un inizio di campionato dove si vedeva la vetta e ci mancava l’ossigeno. Si tratta di ciò che si vede in campo. Non il gioco, di quello ce n’è abbastanza. È il gol che è tornato a essere faticoso.
E smettere di segnare dopo 14 giornate consecutive in gol non è un certo un bel segno. Già col Napoli, con due rigori e un’autorete su calcio piazzato, avevamo avuto un sentore di questa difficoltà, che ormai sembrava rientrata con il ritorno in grande stile di Ciccio Caputo.
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Udinese-Sassuolo 2-0: ogni tanto qualcosa si inceppa
Lui e Berardi – con Consigli sempre scattante – però, non sono i soli che possono caricarsi addosso i destini di una squadra. E sì, altri giocatori mettono il loro, ma le certezze di De Zerbi vanno da tre quarti a tre quarti. Da linea blu a linea blu, si direbbe nell’hockey. Poi qualcosa si inceppa.
E quel qualcosa sta nella testa di tanti giocatori, più che nelle loro possibilità, caratteristiche e capacità. E fare possesso palla non è una soluzione, specie quando ci si trova davanti a squadre organizzate come quella bianconera.
C’è una settimana, adesso, per riorganizzare i pensieri e provare almeno a riprendersi l’ottavo posto nello scontro casalingo contro un Hellas Verona che non perde da quattro turni di fila. Non sarà facile.