Marco Tardelli, eroe del Mondiale ’82, ha rilasciato una lunga intervista a SportWeek durante la quale ha parlato del momento della Nazionale allenata da Roberto Mancini e ha dato la sua versione sul paragone con Locatelli. Ecco le sue parole.
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Manuel Locatelli le somiglia davvero, come dicono tanti? “Siamo giocatori diversi. Io facevo la fase difensiva e offensiva, ero più dinamico, segnavo qualche gol in più. Lui è maggiormente riflessivo e gestisce benissimo la palla. Io venivo cercato dai compagni perché mi buttassi nello spazio verso la porta avversaria, lui perché è un equilibratore di gioco”.
Cosa la convince del Locatelli giocatore? “Mi piace perché dà via la palla di prima e perché è silenzioso. Non mi va a genio chi parla troppo. Lui è uno di quelli che, quando mancano, si nota“.
È pronto per tornare in una grande dopo l’esperienza al Milan? “L’Europeo da protagonista gli ha consentito il salto di qualità a livello internazionale che gli mancava e che gli serviva per poter candidarsi a giocare ovunque. Di suo, Locatelli ha un tipo di gioco che gli permette di ambire a qualsiasi squadra di alto livello. Per me sarebbe adatto per esempio a una squadra di Guardiola. All’inizio dell’Europeo pensavo che Verratti avrebbe dato peso e qualità al centrocampo azzurro, ma adesso dico che è molto difficile togliere questo Locatelli“.
Le grandi squadre non investono sui giovani: “Ci sono club che devono vincere a tutti i costi. Ci sono momenti in cui hai bisogno del giocatore pronto, come il Milan con Ibra – lo svedese ha portato qualità, esperienza, leadership, alzando il livello di tutta la squadra – e ci sono momenti in cui bisognerebbe avere più coraggio. Locatelli voleva giocare e al Milan non aveva più spazio, forse perché il Milan non ha creduto abbastanza nel giocatore. A volte si commettono degli errori. Ma, soprattutto a causa della crisi economica, le nostre società stanno puntando di più sui giovani. E poi, certe cose sono sempre successe: agli inizi della mia carriera fui regalato al Pisa perché nessuno mi voleva. Dopo, qualcosa di buono ho fatto“.