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La cessione ormai sicura di Raspadori, dopo quella di Gianluca Scamacca, da molti è considerata un indebolimento del Sassuolo Calcio che, in questa sessione di Calciomercato, si è privato di due uomini che l’anno scorso sono stati fondamentali nell’andamento del campionato neroverde.
Scamacca ha raggiunto la cifra di 16 reti in Serie A, suo record personale nel nostro campionato. Gianluca, tra l’altro, ha appena segnato la sua prima rete con la maglia del West Ham (in Conference League), zittendo in un attimo tutti i denigratori che lo dicevano incapace di sfondare con un club di Premier League.
Quanto a Raspadori, ha toccato per la prima volta in carriera doppia cifra in Serie A, con 10 gol segnati alla prima stagione da titolare, consegnando anche 6 assist ai compagni e giocando spesso in un ruolo non suo – quello di ala sinistra – cucitogli addosso da Dionisi per far fronte alle assenze dei vari Djuricic e Traorè.
Quest’anno, però, il Sassuolo alla fine del mercato si vedrà senza entrambi, partiti o in partenza rispettivamente per Londra e per Napoli. Notevolmente indebolito, dicono molti.
Fin qui è storia conosciuta. Ma superficiale. Giusto ricordare infatti che lo scorso anno, alla cessione di Caputo alla Sampdoria, molti reagirono strappandosi i capelli e sostenendo che né Scamacca né Raspadori sarebbero stati in grado di sostituire Ciccio. Tra questi inseriamo anche tutti coloro che, seppur felici dello svecchiamento attuato, erano titubanti per l’assenza di un punto di riferimento d’esperienza.
La smentita è arrivata a suon di gol, rappresentando l’ennesima scommessa vinta da parte della dirigenza e del progetto tecnico neroverde. Quest’anno i sostituti di Raspadori e Scamacca sono arrivati per tempo: Alvarez ad inizio mercato, Pinamonti negli ultimi giorni. Hanno ancora tutto da dimostrare, ma il Sassuolo negli ultimi anni ha dimostrato di saperci vedere lungo. E non solo in attacco.
Il reparto principale, se la si mette da questo punto di vista, è il centrocampo. La partenza di Pellegrini in direzione Roma, qualche anno fa, fu compensata dall’esplosione di Sensi. A cui nell’ultima sua stagione in neroverde fu affiancato un certo Manuel Locatelli.
Partito Pellegrini, dunque, fu Stefano a farsi perno del centrocampo. Acquistato dall’Inter, toccò all’exploit di Locatelli, diventato a Sassuolo uno dei centrocampisti italiani più forti. E anche Manuel, il primo anno affiancato timidamente con Maxime Lopez, è stato presto dimenticato dall’esplosione del francese e dal ritorno di un Frattesi che, per quanto ancora discontinuo nelle prestazioni, non sta certo sfigurando.
In attacco, le dinamiche sembrano essere le stesse. Anzi, già leggere sulla carta della presenza di Berardi, Pinamonti, Alvarez (e Ceide e Defrel) in attesa del ritorno di Traorè pare non essere tutta questa tragedia.
Al contrario, in difesa non si è riusciti a mantenere gli stessi standard della coppia Cannavaro-Acerbi. E se a sinistra l’arrivo di Ferrari ha stabilizzato un po’ la questione (pur con le mille incertezze del capitano neroverde), a destra i vari Lemos, Marlon, Chiriches, Ayhan, non hanno certo fatto faville. Ci sono Tressoldi e soprattutto Erlic che, però, potrebbero farci presto ricredere.
Ad ogni modo e parlando in generale, per quanto forti siano i giocatori che il Sassuolo vende, la società riesce sempre a sostituirli. E in certi casi a fare meglio.
