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Sassuolo-Mantova 1-0. Siamo qui a raccontarvi l’ennesima vittoria del Sassuolo, la settima in dodici partite. Così simile nel risultato ad altre già ottenute, eppure così diversa nello svolgimento. Il Mantova era un avversario insidioso: ma questo lo si può dire per tutte e 19 le altre contendenti. Di nuovo possiamo aggiungere che il Mantova a tratti ha scompaginato i piani del Sassuolo, come fatto dalla Juve Stabia martedì scorso. Lo stile di gioco così iconico e così familiare, quello del dezerbiano Possanzini, ha tolto il predominio territoriale al Sassuolo, facendo sperare gli oltre 1300 tifosi mantovani. Ma ciò non è bastato: il maggior tasso tecnico del Sassuolo ha indotto gli episodi favorevoli ed ha condotto i tre punti nel Distretto ceramico.
Qualche cambio obbligato e qualche avvicendamento tecnico per Grosso: Berardi sfrutta la squalifica di Volpato per tornare titolare, così come Pieragnolo l’infortunio di Doig e Boloca quello di Ghion. In difesa, continua il ballottaggio a tre che contro il Mantova ha visto pagare lo scotto Muharemovic: davanti, Grosso concede una chance a Flavio Russo. Anche con numerose assenze, il 4-2-3-1 messo in campo da Grosso si può considerare una come una delle tante formazioni tipo a disposizione del tecnico abruzzese. Il Mantova gioca bene, pressa alto e si prende gli applausi: fortuna del Sassuolo che lì davanti i virgiliani sono un po’ fragilini e l’unica vera occasione arriva ad inizio ripresa con il destro a giro di Fiori sventato dal volo di Satalino.
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E’ proprio nel miglior momento del Mantova che il Sassuolo colpisce: Berardi viene sgambettato in area – astuzia sua, poco mestiere di Panizzi – e trasforma il rigore dell’1-0. Esultanza liberatoria per Mimmo, che si prende gli incitamenti della curva dieci mesi dopo l’ultimo centro in partita ufficiale. Da lì l’inerzia cambia: il Sassuolo si arrocca e riparte in contropiede (quanti sprechi di Pierini!) concedendo soltanto un possesso sterile a mezzaluna al Mantova. Un “difetto”, questo, palesato anche dal Sassuolo durante l’era De Zerbi: una volta in svantaggio, il possesso resta avvolgente ma poco propositivo e le testuggini avversarie hanno vita facile a difendere la porta. Ai punti il pareggio poteva anche starci, come diceva Possanzini: ma ci vien da dire che questo 1-0 sia frutto dell’ennesima vittoria tattica di Grosso e tecnica dei ragazzi a sua disposizione.
Intanto, la classifica si è divisa in due: da un lato il terzetto Pisa-Sassuolo-Spezia, dall’altro il resto delle inseguitrici a sei punti di distanza. Un divario più che recuperabile ma che, con sole dodici giornate giocate e in un contesto così equilibrato come la Serie B, è tutt’altro che casuale. Il Sassuolo è dalla parte giusta del fiume, ha superato il guado: siamo dove dobbiamo e dove meritiamo di essere. E la ritrovata alchimia con l’ambiente sta facendo la differenza.
