Articolo di Andrea Marchetti
Si sono incontrate 14 volte, Sassuolo e Inter, da quando i neroverdi sono arrivati in Serie A. Tanto è cambiato, però, da quella acerba e timida squadra che perse 0-7 nel primo vero sold out al Mapei Stadium contro una big: il bilancio vede, infatti, il Sassuolo in vantaggio con 7 vittorie a 5. Nel corso degli anni, i neroverdi sono diventati a tutti gli effetti la vera bestia nera del Biscione.
Per un cittadino sassolese ma da sempre tifoso nerazzurro, è difficile ad oggi seguire questa sfida se non con spirito esclusivamente critico e sportivo. Sì, perché mentre in quel giorno di fine estate gli occhi erano tutti per i miei beniamini, con il rientro in campo del principe Milito dopo un infortunio (fu doppietta per lui) e la delusione di non poter vedere in campo capitan Zanetti, nelle sfide che seguirono fino ai giorni nostri, la fede calcistica per l’Inter si è trasformata. E’ diventata passione a tutto tondo per il calcio, una passione che tocca tanto i fuoriclasse in campo quanto i modelli virtuosi di società come il Sassuolo.

Da una parte i colori che ogni bambino tifa perché da generazioni hanno fatto la storia del calcio italiano e mondiale; dall’altra la squadra della tua piccola città, che da semi-sconosciuta è diventata una stupenda realtà del calcio italiano ad alti livelli. Si mette perciò da parte il cuore e si segue “la partita” in cui si affrontano due squadre forti; dove si applaude la giocata, l’azione; dove il Sassuolo, per la prima volta in sette anni, osserva le big dall’alto verso il basso, mentre l’Inter, quinta a tre punti di distanza, non si può più permettere passi falsi in questi campionato.
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Sarà una bellissima sfida, una sfida tra big a tutti gli effetti. Almeno per me: che vinca il migliore.