Mettiamolo in chiaro fin da subito: nessuno qui tra noi vuole pensionare anzitempo il Magna. Sia mai. Pensiamo fermamente che il Puma abbia ancora molto da dare a questo Sassuolo, e lo pensa anche il Puma stesso: è stato lui a dirlo nel corso dell’interessantissimo intervento di ieri sera con i tesserati e le famiglie dell’ASD Fontanelle, società sportiva della provincia di Gubbio. Una riunione fiume di oltre due ore a cui abbiamo assistito – seppur in differita – e che ci ha lasciato degli spunti interessanti su quello che sarà il futuro di Francesco Magnanelli una volta appesi gli scarpini al chiodo (qui l’incontro di ieri in forma integrale).
Niente ritiro, dicevamo: Magnanelli ha affermato di voler fare “almeno un altro anno” di calcio giocato; è vero anche, tuttavia, che il Puma si stia già guardando un po’ intorno, e non è un segreto il fatto che stia seguendo online il corso UEFA B per diventare allenatore. Un po’ per portarsi avanti con il lavoro, un po’ per vedere il calcio in un modo diverso. Una scelta che sembra la normale prosecuzione della carriera da giocatore: il Magna ha avuto la fortuna di essere allenato dall’élite dei tecnici italiani, come Pioli, De Zerbi, Di Francesco, senza dimenticare Max Allegri – che mai come in questi mesi sta godendo della stima dell’ambiente calcistico – e Maurizio Sarri, nella breve parentesi alla Sangiovannese prima di approdare in neroverde. Allenatori molto diversi tra loro, con cui il Magna non ha potuto che formarsi a 360 gradi; pochi altri giocatori possono vantare di essere stati esposti ad una mole così considerevole di nozioni calcistiche diverse. Se uniamo questo aspetto al ruolo che ha avuto Francesco a Sassuolo negli ultimi anni, ovvero quello di capitano, di leader per i compagni e di punto di riferimento per i più giovani, vien da sé pensare ancor di più che l’allenatore sia il ruolo che faccia più per lui. Alla veneranda età (calcisticamente parlando) di 36 anni e mezzo, possiamo dire che di giocatori con cui ha condiviso lo spogliatoio ce ne sono stati tanti; gestirli e comprenderli, seppur sotto una veste diversa, non dovrebbe risultare un ostacolo insormontabile per il Puma.

Poi abbiamo visto il seminario di ieri, e ci è tornato alla mente un commento di un nostro lettore di qualche settimana fa: Magnanelli responsabile del settore giovanile del Sassuolo. Dal lontano 2015 questa carica è ricoperta da Francesco Palmieri, il quale non ha mai negato che avrebbe preso in considerazione eventuali proposte pervenute nel suo ufficio: ce lo ha detto in un’intervista esclusiva a maggio 2019, lo ha ribadito dieci giorni fa a La Giovane Italia.
Ma no, direte voi, ormai la strada è già segnata: il Magna sarà allenatore. Eppure, a domanda specifica, il Puma non ha chiuso la porta ad alternative: “Il ruolo di allenatore mi piace, fino ad uno-due anni fa non avrei pensato ad altro che non fosse diventare allenatore. Nell’ultimo periodo qualche altra domanda me la sono fatta, valuterò con la società le prospettive che hanno su di me, se le hanno”. Il tema dell’incontro – Sogni, aspettative e sacrifici in un percorso di crescita per raggiungere i migliori traguardi possibili – ha dato adito a un’interessantissima discussione proprio sul ruolo dei ragazzi e del settore giovanile; d’altronde l’indirizzo della riunione erano proprio i giovani calciatori del Fontanelle, con le loro famiglie e alcuni membri dello staff. E Magnanelli, nemmeno a dirlo, si è destreggiato alla grande anche qui.
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“Non ho un talento fuori dal normale, qualcosa Madre Natura mi ha dato altrimenti non sarei arrivato in Serie A. Penso ci sia stato molto lavoro di contorno, molti sacrifici: sono quei valori che mi hanno trasmesso i genitori, ma soprattutto i settori giovanili in cui ho militato mi hanno trasmesso. Sono uno di quelli che ancora ritiene i settori giovanili una scuola di vita, soprattutto quelli di provincia”. E ancora: “Quando un ragazzo della Primavera si allena con noi, voglio che sia dieci volte più attento, concentrato e applicato di un giocatore della prima squadra. Migliaia di ragazzi vorrebbero essere al suo posto e non è ammissibile sprecare un’opportunità del genere”. Due frasi significative, a cui ne hanno fatto seguito molte altre.
Le capacità ci sono, e anche le qualità umane per interfacciarsi con i ragazzi. Magna, prima di diventare allenatore, facci un pensierino: anche dietro la scrivania diresti la tua.