Si interrompe dopo quattro anni il rapporto lavorativo tra il Sassuolo e il match analyst Massimo Carcarino. Carcarino era arrivato a Sassuolo nel 2018 con mister De Zerbi, che per primo credette in lui già dai tempi del Foggia, quando venne notato per alcune sue analisi tattiche indipendenti. Dopo la partenza di De Zerbi per lo Shakhtar Donetsk, nonostante la smobilitazione quasi totale dello staff, Carcarino resistette alle lusinghe del Napoli e restò a Sassuolo anche con mister Dionisi.
“Mi ispiro a De Zerbi, perché ho avuto fortuna e privilegio di lavorarci insieme, un talento assoluto. Restando in Italia, dico anche Giampaolo e Sarri, sono due maestri nel vero senso del termine” ha dichiarato Carcarino ai microfoni di AreaNapoli.it. “L’avversario più difficile da studiare? Le partite in Serie A sono tutte difficili e complicate: nonostante si dica sia un campionato minore rispetto al passato, la qualità è alta, ed oggi avendo tanti strumenti disponibili si può vedere tutto e prevedere qualcosa. Ma il calcio rimane dei calciatori…”.
Il calciatore neroverde che più ti ha stupito? “Nel mio percorso in neroverde, ho avuto la fortuna di lavorare con tanti calciatori di qualità, ma faccio due nomi nello specifico: il primo è Demiral, dal primo allenamento si intravide subito quale sarebbe stata la sua carriera, era impressionante. Un altro è Traorè. Non gli manca niente, deve solo “volerlo”. Inoltre, non mi aspettavo che alcuni ragazzi già “fatti”, fossero così disponibili al cambiamento quando arrivammo nel 2018. Parlo di Consigli, Pegolo, Peluso, Magnanelli, Matri, professionisti di alto livello”.
Le differenze di gestione tra Roberto De Zerbi e Alessio Dionisi?: “La differenza è sostanziale, dalla gestione del gruppo, al pensiero di calcio. Roberto è un martello ogni giorno, un perfezionista, Alessio è un normalizzatore su ogni aspetto. L’avversario più forte, raggruppando questi 5 anni di Serie A, tra Benevento e Sassuolo, è stato di sicuro l’Atalanta di mister Gasperini: un rullo compressore”.
Se dovessi consigliare un calciatore del Sassuolo al Napoli quale sarebbe?: “Consigliare è sempre complicato, soprattutto dall’esterno, bisogna capire l’esigenze che in quel momento una squadra ha bisogno. Se vuoi un nome, ora credo Berardi. Domenico è un ragazzo che parla poco di alcune cose, certo al Napoli sarebbe perfetto. Oggi gli attaccanti esterni devono fare tanti goal, cosa che lui riesce a fare bene, e nonostante questo negli ultimi si è evoluto tantissimo, migliorando in tanti aspetti. Ruolo? Punta esterna a destra. Poi lo lascerei sempre libero di interpretare”.
Il calciatore con cui hai legato di più al Sassuolo?: “Ho legato con molti, su tutti Ferrari, Obiang, Chiriches e Magnanelli”. livello umano il calciatore che mi ha lasciato di più il segno è Pedro Obiang, persona di alto livello. Eccezionale”.
Sull’interesse del Napoli: “Sì, lo scorso anno ho avuto un colloquio col Mister, poi col suo vice, Mister Domenichini, infine con la società, purtroppo non si fece niente. Fa parte di questo mondo”.
L’avventura al Sassuolo volge al termine, i motivi che ti hanno portato a questa scelta?: “Al Sassuolo si chiude un ciclo, un percorso lungo, e difficile. Resto legatissimo a tutte le persone che lavorano dietro le quinte. E’ probabile che essendo rimasto l’unico reduce col ciclo tecnico passato si voglia cambiare totalmente, ci sta, ma se si fossero rispettati i tempi, era più corretto”.
Progetti e ambizioni future?: “Ambizione sempre tanta, sui progetti al 24 giugno è un po’ complicato, ma vediamo. Non ho parlato con nessuno perché ero in attesa di notizie, e quindi per una questione di correttezza verso la società per cui lavoravo non mi sembrava il caso di parlare con nessuno, pur sapendo di essere ormai a giugno inoltrato”.
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