Sì può non deludere ma, allo stesso tempo, farsi inesorabilmente male? Dobbiamo convenire che sì, soprattutto dopo la prestazione del Sassuolo in quel di Roma, dove alle tante cose buone viste in campo si sono alternati i soliti errori di concentrazione, rivelatisi ancora una volta fatali.
La situazione di equilibrio si era mantenuta per tutto il primo tempo, con Defrel da un lato e Felipe Anderson dall’altro a mettere paura a Marchetti e a Consigli. Nel secondo, una Lazio più reattiva è riuscita a portarsi in doppio vantaggio con due capannelli in area, anche se il gol di Lulic era in palese fuorigioco.
Poi, senza dare ai biancocelesti il tempo di far festa, Defrel ha accorciato le distanze grazie ad un filtrante di Politano, facendo tremare le sicurezze dei padroni di casa. Tentennamenti a parte, la partita è proseguita con guizzi laziali e scoppiettii sassolesi, fino all’appuntamento con il gol nel finale che Ragusa sbaglia clamorosamente mettendolo a lato. Questo è il calcio, sono cose che succedono ma che fanno tanta rabbia.
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E pensare che Di Francesco s’era inventato quel 5-3-2 o 3-5-2 con Lirola e Dell’Orco sulle fasce a far lavoro di corsa con e senza palla. Questioni dovute all’emergenza che, oltre a Berardi, Missiroli, Letschert e Magnanelli, lo ha privato all’ultimo anche di due difensori puri come Antei e Cannavaro.
E quindi il mister è andato a recuperare Terranova, che non vedeva il campo da Sassuolo-Udinese del 20 marzo scorso. Il buon Emanuele non ha sfigurato e, anzi, ha dato certezze insieme al solito Acerbi, respingendo anche sulla linea di porta un pallone di Felipe Anderson che avrebbe chiuso la partita.
Allo stesso modo, Di Francesco ha dato a Dell’Orco la maglia da titolare all’esordio in serie A, facendolo subito trovare faccia a faccia con un cattivo cliente come Felipe Anderson. Dell’Orco ha resistito e fatto quel che ha potuto, ma probabilmente è stato un po’ troppo per lui.
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Probabilmente l’ingresso di Matri e il ritorno all’usuale 4-3-3 ha ridato metri e fiducia alla squadra, che è arrivata più facilmente davanti alla porta avversaria.
Bene Defrel, che ha messo paura a Marchetti dopo solo trenta secondi e ha ritrovato un gol che, complice il suo stop, mancava da un mese. Pellegrini indomabile, mentre Politano è stato meno preciso del solito. Sensi presente e propositivo. Tanta la sofferenza soprattutto ai lati, con Lirola, Dell’Orco e poi Peluso a soffrire dietro a Felipe Anderson, Keita e Basta.
Ci sarà un’ultima settimana di fuoco prima di allentare un po’ la pressione e tentare di recuperare gli infortunati, tra i quali anche un Duncan appena rientrato e già out. Giovedì i viennesi del Rapid verranno a Reggio Emilia, mentre domenica sarà la volta di un’Atalanta sesta in classifica che si trascina una lunga striscia positiva.