Calcio fa sempre più rima con polemica e polemica non sempre fa rima con riflessione. Da tempo si parla della possibile riduzione da 20 a 18 delle squadre partecipanti alla serie A. I sostenitori di questa scelta non mancano di sottolineare che meno squadre porterebbero automaticamente ad una maggiore qualità del campionato: opinione rispettabile, ma forse non del tutto ragionata. Gli osservatori più attenti sanno benissimo che le squadre che “giocano meglio”, oggi come oggi, non sono per forza le cosiddette “grandi”.
Sassuolo ed Empoli (grazie anche a due tecnici tra i migliori su piazza, Di Francesco e Sarri) sono due compagini contro le quali chiunque fatica a portare a casa un risultato. Senza dimenticare che l’ultima giornata di campionato ha portato risultati sorprendenti: le ultime due della graduatoria, Cesena e Parma, hanno bloccato sul pareggio Juventus e Roma, da tempo dominatrici incontrastate della Serie A.
Forse, allora, le “piccole” non sono così piccole quando scendono in campo… e alcune delle “grandi” che oggi attraversano momenti burrascosi (pensiamo alle due milanesi) si contendono i posti di centroclassifica con squadre meno blasonate ma che le hanno sconfitte sul campo. E fortunatamente è ancora il campo a comandare e le squadre partecipanti alla prima o alla seconda serie non si decidono a tavolino…
di Massimiliano Todeschi