sabato , 9 Dicembre 2023
Tommaso Turci
Tommaso Turci a DAZN

ESCLUSIVA CS – Turci (DAZN): “La passione è il motore di tutto, il Sassuolo sta gettando le basi per tornare in Europa”

Vivere il calcio da bordocampo è un privilegio per pochi, soprattutto se ti trovi a raccontare il campionato più equilibrato degli ultimi quindici anni. Maggiore responsabilità e crescita costante della redazione: è con queste due formule che Tommaso Turci inquadra la sua esperienza a Dazn. Modenese, classe 1990 con un passato nelle giovanili del Sassuolo, noi di Canale Sassuolo abbiamo avuto il piacere di intervistare Turci in esclusiva.

“A Dazn quest’anno abbiamo tutti responsabilità maggiori perché facciamo delle partite importanti e abbiamo tutto il campionato. A livello redazionale stiamo crescendo moltissimo e stiamo facendo dei grossi passi in avanti, soprattutto dal punto di vista dell’autorevolezza. Quest’anno ho avuto la fortuna di fare tante grandi partite e praticamente le faccio tutte le settimane, mi aiuta tantissimo a crescere. Mi sento che sono migliorato di più negli ultimi sette mesi che nei primi tre anni di Dazn. Nei primi tre anni, le partite da bordocampo le ho vissute in due modi diversi: all’inizio da esordiente in cui stavo imparando il mestiere, mentre la seconda parte l’ho vissuta senza pubblico nel post pandemia. E’ stato abbastanza particolare: dico sempre che il bordocampista non vede le partite ma le sente perché ha la possibilità di capire cosa si dicono calciatori e allenatori tra di loro, dove si trova una tensione in campo. Riesce a capire le cose che dalla tribuna stampa o dalla curva non si possono cogliere. Grazie al fatto che non ci fosse il pubblico, che è stata una disgrazia per tutti, ho avuto la fortuna di imparare i meccanismi di come funzionava una squadra. Seppur abbia vissuto anche a livello basso uno spogliatoio e abbia capito come funziona il gioco nel corso degli anni, il fatto di sentire allenatori e giocatori senza niente intorno mi ha fatto imparare molto. Poi, per fortuna, è tornato il pubblico, che ti dà emozioni diverse, e stiamo vivendo uno dei campionati più belli degli ultimi quindici anni: ci sono squadre che se la giocano ed è tutto aperto. Questo rende tutto quanto incerto ma ti dà una responsabilità in più di arrivare sempre pronto ad ogni evento, sempre con una panoramica completa di tutte le situazioni, essere aggiornati su tutte le squadre in continuazione: devi guardare tutto. L’Europa ti aiuta e il calcio internazionale ti dà una visione più ampia delle cose perché ti dà la possibilità di fare molti confronti. La responsabilità del racconto del campionato è qualcosa che stimola e io mi sento molto cresciuto, così come tutta la redazione di Dazn”.

Turci: “Sono ambizioso, voglio svilupparmi a tutto tondo nel mestiere”

Con Turci abbiamo anche esplorato le differenze tra una telecronaca e un intervento da bordocampo. In un mestiere come quello del giornalista sportivo, svilupparsi su più fronti è la chiave di volta che ti permette di crescere sotto tutti i punti di vista.

“Nasco telecronista, che è una cosa che mi ha sempre appassionato ed entusiasmato tanto e mi ha anche arricchito molto all’inizio del percorso. Penso che non mi slegherò mai da questo perché mi piace fare e che spero di continuare per molto tempo. Fino a quattro anni fa non conoscevo cosa volesse dire fare un bordocampo per Inter-Juve, Milan-Juve, il Derby di Roma o di Genova e ho capito che questa sfaccettatura del nostro mestiere mi piace molto. Spero di portarla avanti, così come spero di portare avanti le mie qualità da conduttore e da intervistatore. Voglio crescere in tutti gli ambiti e questo sicuramente mi piace molto. Quest’anno ho avuto la fortuna di commentare da telecronista delle partite importanti di Serie B ed Europa League, negli anni passati mi sono appassionato a diversi campionati: a Fox Sports commentavamo la Liga e la Bundesliga, l’anno scorso commentavo l’Eredivisie. Ti dà una profondità diversa. Il più bel complimento che l’anno scorso mi ha fatto il mio ex direttore Marco Foroni dopo un intervento da bordocampo è stato quando mi ha detto: ‘Questo è un intervento da bordocampista con occhio da telecronista’. Questo mi ha fatto capire quanto in questo mestiere sia importante svilupparsi su più fronti. Io sono ambizioso e sono fatto così: mi piace scrivere un pezzo, fare un’intervista, condurre una trasmissione, commentare la partita dalla tribuna stampa e raccontarla vicino ai protagonisti dalle panchine”.

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L’inizio di tutto. E’ il giorno di Mantova-Giana Erminio e Tommaso ha la prima grande occasione di raccontare una partita in telecronaca. A distanza di anni, quella giornata rimane ancora in cima alla lista delle emozioni provate durante il proprio percorso.

“Penso che sia stata una delle emozioni più belle della mia vita. A livello lavorativo, la metto anche davanti alla prima partita a bordocampo, al primo giorno a Fox Sports, alla laurea. Quel giorno mi sono reso conto, forse anche inconsapevolmente, che nella vita potevo fare quello che mi piaceva e lo potevo fare perché mi sono reso conto di quello che stavo facendo e sapevo di poterlo fare. Era una presunzione sana. Ho fatto quel commento, ho finito, ho appoggiato le cuffie e ho pensato: ‘Mamma mia, quanto mi sono divertito! Stasera mi riascolterò ma adesso questo credo di poterlo fare’. Se mi riascolto oggi penso “Che commento che hai fatto”, ma sarebbe strano il contrario. Sono arrivato a quell’evento che avevo studiato tutti i protagonisti, tanto che ancora oggi mi ricordo i ventidue in campo e mi ricordo che c’erano Caridi, Siniscalchi, Perico e Marotta, perché ho studiato come se fosse veramente un esame all’università. Ho studiato per quattro settimane ininterrottamente perché sapevo che dovevo commentare questa partita. Con il discorso della preparazione, quando ero lì le cose venivano automatiche, non c’era neanche la smania di raccontare perché io padroneggiavo l’evento. Ovviamente, da lì in poi sono migliorato tantissimo come giornalista, sono cresciuto e forse quello mi ha dato l’entusiasmo. Mi ha fatto capire che per me commentare una partita di calcio non sarà mai un peso, sarà sempre un divertimento e questo poi ti aiuta nella preparazione e nel lavoro”.

Tommaso Turci
Tommaso Turci a Dazn

Giornalista versatile, oltre alla tv Turci ha portato avanti anche la propria passione per la scrittura arrivando a co-fondare il sito parlandodidilettanti.it. Non c’è categoria che tenga: il motore di tutto è la passione di tutto ma a volte questo può creare problemi di sonno.

“Nasco calciatore di livello professionistico per quanto riguarda le giovanili. Ho fatto un bel percorso nelle giovanili nel Sassuolo arrivando a giocare nella Berretti, poi sono andato a giocare nei dilettanti. Mi avevano anche chiesto di andare a giocare in Serie D ma lontano da casa e ho preferito continuare il mio percorso di studi giocando vicino a casa in Eccellenza. Ho giocato per tanti anni nei dilettanti e quando ho cominciato a scrivere per la Gazzetta di Modena e testate web locali mi sono accorto che c’era grande interesse nel calcio dilettantistico per quanto riguarda Modena e provincia. Siccome ero molto competente in questo e potevo parlarne perché conoscevo la Vignolese come la Rosselli come l’Audax Casinalbo, dalla Terza Categoria all’Eccellenza, allora ho iniziato a proporre alla televisione per la quale lavoravo, che si chiamava Tele Studio Modena, una trasmissione sul calcio dilettantistico che dopo le partite della domenica andava in seconda serata. Invitavo sempre degli ospiti nuovi, li facevo venire lì e parlavamo di calcio dilettantistico commentando e guardando la classifica e i risultati dall’Eccellenza fino alla Terza Categoria di Modena. Questo ebbe un grande risalto mediatico e un grande supporto da parte dei giocatori stessi perché tutti quanti la sera andavano a vedere il programma di Turci in tv. E’ stato una bella palestra per cominciare a fare televisione e conduzione, ma mi ha anche permesso di far partire questo sottosito, che è parlandodidilettanti.it, dove si parlava di calcio minore. Mi sono tolto delle belle soddisfazioni. Ancora oggi se mi dicono di commentare la finale del Mondiale o la partita che non ha niente da chiedere di Terza Categoria mi diverto allo stesso modo. Questa credo sia la mia qualità a livello lavorativo. Sono molto appassionato indipendentemente dal livello. Tutto quello che ti fa appassionare, che ti suscita emozione può essere definito un movente per farti fare al meglio un lavoro. Tra due domeniche vado a fare Juve-Inter, che è una delle partite più importanti del nostro campionato e sarà una delle più seguite, poi faccio una telecronaca di Serie B ma la preparazione all’evento, la tensione positiva che mi porta all’evento, la voglia di andare a lavorarlo, a mangiarlo – perché sono uno che se le gode le cose ma vuole sempre farle al meglio e che quando sbaglia non dorme la notte – sono gli stessi. Questo è un pregio o un limite perché sei sempre immerso nel lavoro, sono uguali”.

 

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Turci: “A fare il giornalista lo si impara sul campo”

Da calciatore a giornalista, non è un percorso che compiono in molti. La passione per il giornalismo è qualcosa che Tommaso ha dentro sin da bambino e ha inseguito il suo sogno nonostante la scuola ogni tanto abbia provato a tarpargli le ali. Fondamentale è stato il supporto dei suoi genitori.

“Sin da bambino volevo fare il giornalista: scrivevo, facevo cronache, tabellini, telecronache a casa davanti alla PlayStation e giocavo in continuazione con il Subbuteo. Sono sempre stato legato al racconto del mondo dello sport, in modo particolare del calcio. La scuola ha provato in qualche modo a togliermi un po’ di certezze perché ho fatto il liceo classico, a volte mi massacravano quando facevo i temi, come se non fossi capace. Come dico sempre, non ero un fuoriclasse ma non ero neanche scarso come mi volevano far pensare. Questa passione per la scrittura l’ho sempre portata avanti come un hobby sulle testate mentre continuavo il mio percorso di studio. Sapevo che quella era una cosa che mi sarebbe piaciuta fare, poi quando ho avuto la possibilità di andare a fare l’ospitata in televisione, di andare a commentare una partita di calcio ho preso consapevolezza che puoi farlo e inizi a svilupparti su quei fronti. Devo tanto ai miei genitori perché, quando gli ho detto di voler fare questo nella vita, non mi hanno mai detto di no. Sono sempre stato supportato in tutto e devo tantissimo ai miei genitori, sono stati i primi a credere in me. Quando prendevo delle insufficienze a scuola o non riuscivo a comprendere un testo, mia madre era comunque convinta che potessi fare il giornalista. Credo che questo mestiere si impari sul campo, prima che a scuola o affiancato a qualcuno: devi andare in giro, devi andare a capire cosa significa raccontare l’evento, raccontarlo, scriverlo, avere dei tempi, darti dei tempi e capire dove sbagli. E’ vero che ho studiato un’altra cosa: ho fatto Economia e Finanza, poi International Management, poi ho studiato in un master di Sport Business Management al Sole 24 Ore, ma nel frattempo stavo studiando questo mestiere: scrivevo articoli, facevo telecronache, facevo una trasmissione, facevo ospitata e l’inviato. Quello che per me era un piacere stava diventando un lavoro. Ho capito che poteva diventare un mestiere dopo la prima telecronaca, quando ho capito che lo volevo fare veramente è quando ho finito il mio percorso di studi. Mi sono detto: ‘Tutti quanti vanno a lavorare in consulenza o a fare marketing nell’azienda, io voglio raccontare lo sport’“.

In questa stagione, il Sassuolo ha cambiato guida tecnica e ha deciso di puntare su molti giovani calciatori alla prima esperienza in Serie A. In questa stagione, però, l’Europa sembra ancora lontana ma il lavoro che stanno facendo società e staff tecnico è utile per gettare le basi per il futuro.

Dionisi l’ho già vissuto da bordocampo ed è uno degli allenatori che mi piacciono di più perché è molto bravo, si fa stimare dal gruppo, si fa voler bene, ha delle idee chiare, sa sempre cosa fare in ogni situazione di gioco ma soprattutto è seguito tanto dai suoi giocatori. L’abbiamo visto l’anno scorso a Empoli e nelle categorie minori. E’ uno che va per quella strada ed è seguito in tutto e per tutto. Ha un gruppo di ottimo valore, è uno di quelli che si fa sentire a bordocampo e dà anche indicazioni precise, non perde la bussola. Il Sassuolo ha un gruppo di giocatori di ottimo livello, ma è una squadra che farà fatica a puntare all’Europa, almeno quest’anno. Può mettere delle basi importanti per il prossimo, ma mi sembra un po’ in ritardo rispetto alle altre. Allo stesso tempo, è una delle squadre che quando becca la partita giusta gioca un gran bel calcio e ottiene risultati. Per assurdo, questo Sassuolo mi piace più di quello dell’anno scorso perché mi sembra che contro le grandi abbia più credibilità. Credo che siano cresciuti tantissimo alcuni giocatori chiave, che sono i vari Raspadori e Scamacca, ma lo stesso Berardi che pronto ad un salto nella grande squadra. Poi ci sono i giocatori che sono di categoria, da metà classifica ad un passo dall’Europa che possono essere i vari Consigli, Ferrari, Maxime Lopez e Matheus Henrique, ma anche Frattesi. E’ un gruppo che ha margini di miglioramento: da questo punto di vista, la società ha sempre lavorato bene, il centro sportivo ti permette di lavorare con serenità e professionalità. Ci sono tutte le basi in futuro per tornare in Europa. Quest’anno mi sembra che si farà un po’ di fatica perché di tempo non ce n’è più tantissimo“.

Ringraziamo Tommaso Turci per la disponibilità dimostrata nel corso dell’intervista.

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Riguardo Martino Cozzi

Appassionato di calcio sin da piccolo. Ha trovato in Canale Sassuolo la redazione su misura per lui nella quale poter coltivare il suo sogno: vivere raccontando il gioco più bello del mondo!

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