mercoledì , 23 Ottobre 2024
Andy Selva
Andy Selva esulta dopo un gol

ESCLUSIVA CS – Intervista ad Andy Selva, leggenda del Sassuolo

Andy Selva è uno degli attaccanti più prolifici della storia del Sassuolo nel professionismo: il sesto, per la precisione. Con i suoi 22 gol nel biennio in C1 – 11 per stagione, prima con Remondina e poi con Max Allegri, a cui vanno aggiunti i 3 in Coppa Italia e Supercoppa e i 2 nei playoff con il Monza – Selva ha contribuito in maniera consistente alla prima, storica promozione del Sassuolo in Serie B nel 2008. Dopo il ritiro datato estate 2018, Andy ha intrapreso la carriera da allenatore in patria, in quel San Marino di cui è primatista di presenze (74) e di reti (8). Ed è proprio alla vigilia dei playoff con il suo Pennarossa che Canale Sassuolo ha avuto l’opportunità e il piacere di intervistare Andy Selva.

“Abbiamo lavorato tanto per arrivare ai playoff e abbiamo intenzione di rimanerci più a lungo possibile – esordisce l’ex numero 9 del Sassuolo. Sono anni che La Fiorita vince il campionato ed è normale che sia la favorita. Non pensavo che il mestiere dell’allenatore potesse essere così difficile: ora capisco le facce dei miei vecchi mister dopo certe sconfitte o durante periodi non positivi. Devo dire però che è un lavoro che mi piace e mi entusiasma sempre di più, giorno dopo giorno: è ciò che voglio fare “da grande”, se così si può dire, perché rimanere nel mondo del calcio mi stimola molto”.

Il campionato sammarinese sta crescendo, si è sbloccato il mercato dopo l’arrivo dei dilettanti dall’Italia: in particolare in questa stagione sono arrivati molti giocatori a causa della pandemia, dal momento che alcune società italiane non sono ripartite e molti ragazzi hanno trovato spazio a San Marino, uno dei pochi campionati dilettantistici che verrà portato a termine. La possibilità di qualificarsi in Europa League o in Champions League stimola molti calciatori a venire nel nostro territorio. Per quanto riguarda i ragazzi sammarinesi, essendoci pochi giovani il serbatoio per la Nazionale è molto limitato”.

Andy Selva allenatore
Andy Selva nelle vesti di allenatore del Pennarossa

L’argomento Superlega sembra già far parte del passato, pur essendo passate appena due settimane dal suo annuncio: “Era un progetto ambizioso e per pochi. Da una parte capisco le società perché hanno bisogno di entrate sempre maggiori per comprare giocatori già formati e arrivare in fondo a tutte le competizioni. D’altro canto, il calcio è di tutti e chiunque deve coltivare il sogno di arrivare in fondo ad una competizione europea”. Un po’ come la prepotenza dimostrata da Thomas Muller nel 2016 nell’affermare che le partite contro San Marino erano inutili (e Selva lo sa bene, perché in quella partita c’era): “Il senso è proprio quello. Noi sammarinesi l’abbiamo capito subito: è da tanto che il calcio d’élite vuole essere per pochi eletti ma questo non è possibile. La UEFA e la FIFA non lo permetteranno mai: il calcio è di tutti coloro che lo praticano, non solo dei più bravi. Faccio notare anche una cosa: non c’è mai uno bravo se non c’è uno scarso. Come fai a darti del bravo da solo?“.

Andy Selva: “Sassuolo ambizioso e lungimirante”

Il matrimonio tra Andy Selva e il Sassuolo risale all’estate 2006, pochi giorni dopo la vittoria sul Sansovino in finale playoff C2 che valse al club del Distretto l’accesso in C1: “La prima volta che vidi un dirigente del Sassuolo è stata una volta lasciato il Padova: vennero a parlare con me Giovanni Rossi e il segretario Gerardo Esposito. Sinceramente non conoscevo Sassuolo ed ero titubante: era una realtà nuova, una neopromossa. Dopo aver parlato con la società mi sono ricreduto perché ho capito che il Sassuolo era un club ambizioso, lungimirante e dalla gestione familiare: è questo che ha permesso ai neroverdi di arrivare dove sono adesso e di sorprendere anno dopo anno”.

A Sassuolo, Selva ha avuto un allenatore a stagione: in ordine cronologico, Remondina, Allegri e Mandorlini: Tutti e tre mi hanno lasciato molto, anche coloro con cui ho avuto meno rapporti: adesso che sono diventato allenatore me ne rendo conto ancora di più. Prima alcuni atteggiamenti non li condividevo perché pensavo soltanto a me stesso in quanto calciatore: le cose cambiano quando devi pensare a 25 tesserati. Allegri, Mandorlini e Remondina sono personaggi a cui sono legato, in un modo o nell’altro. Il gol più importante? Per un attaccante lo sono tutti, contano allo stesso modo. Di sicuro i gol della stagione 2007/08, quelli della promozione, sono stati i più decisivi”.

Andy Selva
Andy Selva a colloquio con Mandorlini al Braglia di Modena

Un retroscena sull’anno della promozione in Serie B: “Dopo la sconfitta ai playoff con il Monza nel 2007 eravamo delusi e amareggiati, ci eravamo visti sfuggire la promozione davanti al naso. L’estate successiva ci siamo chiamati spesso, tra Pagani e Pensalfini: ognuno voleva sapere cosa facevano gli altri. Ci siamo detti tutti la stessa cosa: rimaniamo a Sassuolo e vinciamo il campionato. Questo è stato il legame vero del gruppo: effettivamente poi abbiamo stravinto il campionato”.

Le figure societarie hanno contribuito in buona parte alla reciproca stima che intercorre tra Andy Selva e il Sassuolo:In società avevo un ottimo rapporto con tutti: Nereo Bonato lo conoscevo già dai tempi del San Marino Calcio, con Giovanni Rossi ho un rapporto eccezionale che perdura tuttora. Sergio Sassi è stata una gran persona, un riferimento con cui parlavo molto e prendevo spesso un caffè. Ricordo quei momenti con piacere, e adesso anche con un po’ di nostalgia: faccio le mie condoglianze alla famiglia. Il Presidente Carlo Rossi è una persona speciale, a cui voglio un mondo di bene e a cui posso augurare solo il meglio. Al di là delle figure più di spicco, ci sono tantissimi esponenti con cui ho legato, da Gerardo Esposito a Remo Morini, dal magazziniere Alfonso De Santo a Rossana Nadini dell’Amministrazione, passando per il massaggiatore Gennady Belenkyè tutto l’ambiente Sassuolo che io amo e che sento come parte di me. Non mi sarei aspettato un’ascesa così veloce da parte del Sassuolo, ma posso dire che Giorgio Squinzi era veramente lungimirante: durante quegli anni promise che avrebbe vinto il campionato ad ogni stagione. Non è stato proprio così, ma uno ogni due anni è arrivato davvero. Squinzi è arrivato dove diceva e non si era sbagliato, ancora una volta“.

Andy Selva con Giorgio Squinzi
Giorgio Squinzi in Piazza Piccola durante la festa per la promozione in Serie B (foto: sassuolocalcio.it)

Nel 2013, all’indomani della promozione in Serie A, la Brigata Mai Una Gioia, gruppo organizzato di tifosi della Nazionale sammarinese, ha lanciato su Change.org una petizione. L’obiettivo? Raccogliere firme per far calcare i campi di Serie A ad Andy Selva. A quale società era indirizzata? Al Sassuolo, società a cui Andy “ha dato tanto e con cui ha ancora legami di stima e amicizia”, come si legge nella descrizione della petizione: A Sassuolo penso di aver dato tutto quello che potevo, nonostante non fossi quasi mai in perfette condizioni. Ho lasciato un buon ricordo, ma la stessa tifoseria ha lasciato un ricordo indelebile nei miei occhi. Torno spesso a Sassuolo e ci torno ben volentieri, è una mia seconda casa: non scorderò mai Sassuolo e Sassuolo non si scorderà mai di me“.

In cadetteria, Selva ha presenziato per sole sei volte, nessuna delle quali da titolare: a fine stagione la ricongiunzione con Bonato e Remondina all’Hellas Verona, a braccetto con Pensalfini: “Il rammarico per non essere riuscito ad incidere in Serie B è molto: ero partito benissimo in quell’anno, nel pre-ritiro ero in gran forma ma già in ritiro ebbi un problema fisico. In Nazionale feci gol, ma alla partita successiva mi ruppi il crociato. Purtroppo nel calcio gli infortuni capitano: quello che mi è rimasto impresso di quel periodo fu la faccia dei compagni e dei dirigenti quando sono arrivato per la prima volta a Sassuolo con le stampelle. Questo mi ha fatto capire l’importanza che avevo nei loro confronti: mi ha fatto molto piacere, ma mi ha rammaricato ancor di più perché non ho potuto dare alla causa quanto avrei voluto“.

Intervista Andy Selva
Andy Selva con Francesco Magnanelli, Gaetano Masucci e il custode del Ricci

Andy Selva: “Voglio vedere il Sassuolo in Europa”

Venendo all’attualità, le parole di Selva tradiscono un interesse ancora vivo per le sorti del Sassuolo: Voglio vedere il Sassuolo in una competizione europea: secondo me è la squadra che gioca il miglior calcio in Italia. De Zerbi è veramente bravo, ho potuto ammirarlo sul campo per 3/4 giorni e mi ha davvero entusiasmato. Spero che resti a Sassuolo perché il club neroverde ha bisogno di un allenatore così: bravo e all’avanguardia. De Zerbi non è un allenatore che dice una cosa e ne fa un’altra: è un tipo deciso e coerente. Come detto, da parte mia spero rimanga a Sassuolo ma, se non dovesse essere così, la società troverà sicuramente un allenatore adatto per i propri giocatori. Io simile a Giacomo Raspadori? Il paragone non regge, stiamo parlando di giocatori di Serie A: io non ho mai avuto modo di giocare in una categoria del genere. Non posso rivedermi in nessuno tra i giocatori attuali del Sassuolo, ma sono contento del loro parco attaccanti: sono forti e giovani. Raspadori è la prova che il settore giovanile lavora bene“.

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Sulla propria carriera da allenatore, Andy non ha dubbi sul da farsi: “Ho fatto delle scelte che hanno privilegiato la mia famiglia, per questo sono rimasto a San Marino. Ora che i miei figli sono cresciuti mi piacerebbe tornare nel calcio che conta, anche partendo dai giovani perché non posso pretendere più di tanto prima di dimostrare. Il campionato sammarinese mi serve anche per accumulare esperienza e migliorare. Pensalfini? Anche lui ha intrapreso la carriera da allenatore con ottimi risultati, lo seguo dai tempi della prima esperienza a Sassuolo. Sono contento per lui perché oltre ad essere un ottimo tecnico è anche un grande amico, gli faccio i miei complimenti e gli mando un abbraccio. Chissà, magari anch’io in un futuro potrei arrivare a Sassuolo sotto un’altra veste: speriamo”. E la speranza è anche nostra.

Ringraziamo l’ufficio stampa del Pennarossa per l’intervista concessaci e Andy Selva per la disponibilità e cordialità dimostrate.

Intervista Andy Selva
Reunion di tre ex Sassuolo a La Fiorita: Fabrizio Anselmi (sinistra), Andy Selva (al centro) e Filippo Pensalfini (destra)

Riguardo Gabriele Boscagli

Deluso dalle big fin dalla giovanissima età, si è affezionato al Sassuolo e non lo ha più lasciato. In redazione è il pilastro del settore giovanile.

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