Grande è l’amarezza dei tifosi neroverdi dopo lo 0-0 maturato contro la Sampdoria. La prestazione dei ragazzi di Di Francesco è da ritenersi comunque positiva, ma le statistiche non mentono: una supremazia territoriale assoluta (64% di possesso palla per il Sassuolo, secondo i dati diffusi dalla Lega Serie A) e 22 tiri, dei quali 10 nello specchio della porta, non sono stati sufficienti per bucare la porta di Viviano. Parte del merito va senz’altro all’estremo difensore blucerchiato, giocatore di grande qualità e concretezza, ma gli errori sotto porta sono stati tanti, o meglio troppi.
Era partito con discreta vivacità Grégoire Defrel, ma l’intervento quantomeno scomposto di Ranocchia (che qualcuno vorrebbe in Nazionale, è bene ricordarlo) ha posto fine anzitempo al match della punta francese. A quel punto Mariani ha visibilmente perso il controllo della partita, che era già iniziata nel nome di un discreto nervosismo. Tuttavia, pur restando in superiorità numerica per oltre un’ora, i neroverdi non sono riusciti a sconfiggere una Samp che, diciamola tutta, è davvero poca roba. Sempre nella prima frazione ci si è messa pure la sfortuna: oltre al citato Defrel, anche Biondini è dovuto uscire e due cambi su tre sono dunque stati obbligati per i neroverdi.
Nella ripresa l’assedio del Sassuolo si è fatto totale e gli uomini di Montella si posizionavano almeno in otto dietro la linea della palla. Come avvenuto in molti altri casi, in contesti simili i neroverdi faticano a trovare il bandolo della matassa e si sono dovuti accontentare di un punto, peraltro l’unico raccolto nelle ultime tre partite. Non certo un bottino da Europa League… Aspetto positivo è la gagliarda prestazione di capitan Magnanelli, ancora uno dei più brillanti, costretto di nuovo a sopperire all’assenza dell’altra colonna della linea mediana, quel Simone Missiroli che non scende in campo da un mese e mezzo.
LE PAGELLE DI SASSUOLO-SAMPDORIA: MAGNANELLI IL MIGLIORE IN CAMPO
Trotta prima e Falcinelli poi, gettati nella mischia rispettivamente dopo mezz’ora e nell’ultimo quarto d’ora con il 4-2-4, hanno fatto quel che hanno potuto ma, soprattutto al centravanti ex Avellino, è mancato quel pizzico di cattiveria in più che sembra ormai essere un problema cronico di questo Sassuolo, più volte rilevato anche nella scorsa stagione. Il rigore calciato debolmente da Berardi ha messo la ciliegina acida su una torta amarissima.
Ora già si guarda al Torino: la sfida in casa dei granata sarà una partita più complessa rispetto a quella appena affrontata, almeno sulla carta. Vedremo quali saranno le carte che Di Francesco vorrà giocare, o meglio quelle che potrà utilizzare, visto l’affollamento dell’infermeria.