Inizia oggi il ciclo di approfondimenti, a cura della redazione di Canale Sassuolo, riguardanti la prima parte di stagione della squadra di mister Alessio Dionisi. Analizzeremo l’impatto di singoli giocatori, specialmente i nuovi acquisti, ma parleremo anche di reparti, di ballottaggi, di squadra e non solo. Il nostro primo focus è su Kristian Thorstvedt, uno dei volti nuovi che più hanno giocato in queste prime sedici partite, lasciando però sensazioni contrastanti circa il suo rendimento.
Sotto certi aspetti, Kristian Thorstvedt è stato sfortunato. Sfortunato perché era arrivato come il sostituto di Frattesi, partente annunciato e poi “rimangiato”. Il norvegese è l’unico giocatore di movimento, insieme proprio a Frattesi, ad aver giocato tutte le partite finora: in quanto a minutaggio poco da recriminare, insomma. In quanto al posizionamento nello scacchiere di Dionisi, invece, l’esplosione offensiva di Frattesi ha costretto Thorstvedt ad abbassare il proprio raggio d’azione, lui che ha un passato nel Genk da trequartista. Dando vita a molte prestazioni scialbe, senza errori particolari ma anche senza guizzi: un pesce fuor d’acqua.
Kristian Thorstvedt, ti aspettiamo nel 2023
Dionisi ha perseverato non solo con Pinamonti, ma anche con Thorstvedt: per un giocatore che arriva dal Belgio e che è palesemente ancora da integrare del tutto, ci sembra la scelta giusta, e difatti sono ben poche le lamentele del tifo circa questa gestione. Forse più perché, in realtà, Thor ha giocato 90 minuti solo in un’occasione, e al suo posto solitamente entra un Matheus Henrique quest’anno irriconoscibile.
Il bilancio delle prime 15 partite? Questo ragazzo ha qualità fisiche e tecniche evidenti, oggettive. Ci si aspettava forse un impatto immediato e, a livello di minutaggio, l’immersione in Serie A è andata più che bene. Mancano però ancora alcuni step perché Thorstvedt diventi il bombardiere da fuori area apprezzato in Belgio, che sia per la posizione in campo o semplicemente per il lavoro settimanale (dal raduno del 28 novembre potrà averne quanto ne vuole). Fino ad ora, Thorstvedt ricorda (molto) alla lontana il primo Alfred Duncan: mezzala sinistra in un 4-3-3 e mancina di piede, relegata però alle aperture sulla linea per il Laurienté o il Rogerio di turno, con un ventaglio di alternative ben poco ampio. Il centrocampista box-to-box che ringhia sui contrasti e spacca le porte dobbiamo ancora vederlo.