Roberto De Zerbi ha ricevuto il Premio Bearzot in FIGC, lasciando alcune dichiarazioni.
“Questo premio mi rende orgoglioso – le parole di De Zerbi – devo condividerlo con il mio staff e con i miei collaboratori. Mi mette anche un po’ a disagio perché penso di aver fatto una cosa giusta e normale. Avendo due figli dell’età dei miei giocatori più giovani, era un dovere stare vicino a loro in quei momenti. La mia responsabilità con i giocatori non è solo sul campo. Mi piacerebbe tra tanti anni essere ricordato come Bearzot, che non è ricordato solo per aver vinto un Mondiale ma per essere stato un grande uomo”.
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“Aspetto di capire cosa sarà del campionato ucraino, per una questione morale – ha detto ai microfoni di TMW – Se riparte, dove riparte. Vediamo cosa succederà. Sono legato a quel Paese, sotto il punto di vista lavorativo e non solo. Vediamo, siamo in attesa. Lo stare a casa a vedere quei posti dove ho vissuto è stato difficile, la mia squadra è sfasciata, era forte e stava iniziando a vedere i primi frutti del nostro lavoro”.
Poi parla anche di futuro: “Mi piacerebbe iniziare a capire cosa fare, sono passati tre mesi e il desiderio è quello di tornare ad allenare, anche in Italia, che ha la precedenza su tutte. La guerra? Si capisce che da un momento all’altro può cambiare tutto, il mercoledì mattina ci siamo allenati e il giovedì eravamo in hotel barricati. Il popolo ucraino sta combattendo per la libertà, per la propria terra”.