articolo di Giovanni Pio Marenna
Vincono tutte, tranne la Juve. Non cambia niente in classifica nei rapporti di forza, tranne che per la Juve che scivola ancora indietro in classifica. Sono stazionarie (nel senso che non migliorano) persino le condizioni di salute in casa Dazn tra visione disturbata e fermi immagine a gogò che neanche più le partite su Roja Directa, ma non quelle della Juve. Duecentesima e quattrocentesima partita amara che più amara non si poteva rispettivamente per Allegri e Bonucci: terza sconfitta e seconda partita persa in casa. Ma di questo ce ne siamo già occupati in modo esaustivo nelle settimane precedenti ed anche nel commento alla vittoria del Sassuolo di mercoledì.
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Vincono tutte le big o quasi nel turno infrasettimanale della decima giornata (la ritrovata Lazio, l’eclettica Roma, l’indomabile Atalanta, l’inflessibile Inter, il pungente Milan, il sempre più lanciato Napoli). A perdere è, almeno per il momento, un sospetto che andrà verificato: 42 operazioni di mercato sono state segnalate dalla Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio alla Figc per plusvalenze gonfiate. Sotto la lente d’ingrandimento le società di Juventus, Napoli, Parma, Pescara, Genoa e Sampdoria negli ultimi 2 anni. In particolare la società bianconera per un troppo ampio giro d’affari condotti in Italia e all’estero (soprattutto sulla cessione di Pjanic al Barcellona) e quella partenopea per la trattativa Osimhen con il Lille, possibile grazie alla cessione di 4 calciatori per un valore di 20 milioni: 3 di loro sono subito tornati in Italia dopo 1 anno e adesso giocano in Serie C e D).
Ora, il sistema delle plusvalenze è già di per sé un salvacondotto economico-finanziario (del tutto lecito e legale, ma ancora troppo poco chiaro) che consente di “aggiustare” i conti, inserendo subito a bilancio i ricavi delle cessioni soprattutto dei giocatori provenienti dai settori giovanili, mentre le spese di acquisto vengono rateizzate e dilazionate sugli esercizi di bilancio successivi.
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