E’ Francis Wiredu, attaccante del Sassuolo Under 14, il protagonista della prima puntata di Offside Racism, un programma prodotto da Rai Ragazzi con il patrocinio della Lega Serie A. Offside Racism è diviso in venti puntate, una per ogni club di Serie A: il primo ciclo di registrazioni ha coinvolto, oltre al Sassuolo, anche Hellas Verona e Venezia, più altre tre società il cui episodio deve ancora essere registrato. L’episodio con Francis Wiredu è andato in onda ieri alle 18.10 su Rai Gulp ed è disponibile su Rai Play a questo link.
“Mi chiamo Francis Augustine Wiredu, sono nato in Ghana e sono arrivato in Italia nel 2018. Mi piace giocare a calcio: da grande voglio diventare un giocatore. Sono un attaccante nella squadra Under 14: il mio ruolo è difficile, ogni volta che gioco e non faccio gol mi chiedo come mai io non ci sia riuscito. Mio zio ha notato come giocavo a calcio in Ghana e ha chiamato mio padre, che era già in Italia: prima che io arrivassi qui, lui aveva già trovato una squadra per me e quando sono arrivato ho iniziato subito”.
Sull’arrivo in Italia: “Mi ero dimenticato in Ghana le scarpe da calcio, quindi ho usato quelle da basket, ma sono sceso lo stesso in campo: non conoscevo nessuno. Sono bravo nella corsa e nel dribbling: se qualcuno è più veloce di me io devo essere più intelligente di lui e giocare con la squadra, per poterlo superare. Il pallone per me è felicità: giocare con persone che non conosci è una cosa bella. Voglio migliorare in tutto: nel calcio, per diventare un professionista, devi avere sia la testa che le gambe. In campo siamo in undici e bisogna giocare di squadra. Mister? Mi trovo bene con lui (Di Gesù, ndr), mi dà buoni consigli anche durante la partita e mi dice le cose dove sbaglio. Per giocare a calcio faccio molti sacrifici: mi alleno quattro volte a settimana e mangio bene, ma non ho mai pensato di mollare. Il calcio mi ha insegnato molte cose, come stare insieme alle altre persone: i miei genitori mi hanno aiutato molto, mi hanno detto di fare quello che posso quando vado in campo e di divertirmi. Sassuolo? E’ una maglia importante e sono felice di indossarla, mi piace giocare qui”.
Francis passa poi a parlare della sua visione sul razzismo, spiegando cosa farebbe se fosse coinvolto in un episodio del genere: “Quando ci sono episodi di razzismo mi sento male perché non sono le cose giuste da fare. Nella finale Italia-Inghilterra, dopo che alcuni giocatori di colore avevano sbagliato il rigore, i tifosi inglesi li hanno accusati di aver fatto apposta. Se qualcuno mi dice qualcosa sul colore della mia pelle, io sono tranquillo e continuo a giocare, non lo ascolto. Se accadesse ad un mio compagno, gli direi altrettanto, di non uscire dal campo e di continuare a giocare”.
Chiosa finale da parte di Rogerio, calciatore della prima squadra del Sassuolo, che ha dato a Francis la maglia Keep Racism Out: “Il razzismo è dappertutto, ci sono ancora tante persone stupide al mondo. Siamo tutti uguali e non dobbiamo fermarci a lottare per questa cosa, che è molto importante. All’inizio ho avuto tante difficoltà perché ho lasciato la mia famiglia per vivere in un convitto, lì ho iniziato a giocare in U14, U15 e anche in Nazionale. Ho realizzato il mio sogno”.