Da Empoli all’Empoli. L’ironia della sorte ha voluto che l’avventura alla guida del Sassuolo di Alessio Dionisi finisse contro la squadra da cui è arrivato in neroverde, e alla quale aveva appena regalato la gioia del ritorno in Serie A. Una partita, quella di sabato scorso, in cui Ferrari e compagni sono riusciti per ben due volte a rispondere al vantaggio avversario, incappando nell’ennesima amnesia difensiva nel finale che è costata la panchina al mister ex Venezia.
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Un dejà vu, ma dal sapore molto più amaro, rispetto a quello vissuto da Dionisi proprio in casa contro i toscani nella sua prima stagione in Emilia. In quella occasione, Pinamonti, sempre su rigore ma con la maglia opposta, pareggiò al vantaggio iniziale dei padroni di casa, prima della beffa al 92′ firmata da Zurkowski. Nella scorsa annata, il Sassuolo vendicò lo sgarbo subito grazie alla doppietta nel finale di Berardi che rispose al gol di Cambiaghi.
Sassuolo: i numeri di una disfatta
Tornando alla sconfitta di sabato scorso, la disfatta neroverde parte da lontano ed è certificata dai numeri che non hanno lasciato scampo a mister Dionisi.
La rete segnata da Bastoni è la sesta subita dal Sassuolo dopo il novantesimo. In questa speciale classifica, solo il Genoa ha incassato lo stesso numero di gol. Due invece sono le reti segnate dal Sassuolo in zona Cesarini, mentre sono 10 i palloni raccolti nella propria porta da Consigli tra il 76′ e il 90′ al pari dell’Udinese (peggio solo Frosinone a 12 e Salernitana a 15) contro i 3 siglati dal Sassuolo. Numeri che fanno della formazione affidata a Bigica, insieme ai ciociari, la squadra ad aver subito più marcature dal quarto d’ora finale al recupero compreso, meglio solo dei campani.
Allargando il discorso al confronto tra primo e secondo tempo, il dato che balza all’occhio è come gli emiliani, se le partite finissero al 45′, navigherebbero in acque tranquille al 12° posto a 34 punti, al pari del Napoli, prossimo ostacolo in campionato. Musica ben diversa nella sola ripresa, in cui il Sassuolo, a 24 lunghezze (come il Genoa) occupa la penultima posizione davanti alla Salernitana.
E qui subentrano i tanti punti persi da situazioni di vantaggio. La percentuale di punti conquistati dopo essersi trovati con una rete in più rispetto agli avversari è di appena 1,42, in coabitazione con l’Udinese, la peggiore della Serie A se non si considera l’ultima formazione della classifica finale. Il trend negativo nei secondi tempi è giustificato – o meglio, spiegato – anche dalla voce gol dai subentrati: zero. Per quanto ci si possa lamentare con Dionisi delle scelte di formazione, il poco apporto dato dai giocatori dalla panchina può fare lecitamente pensare ad una discrepanza tecnica tra le cosiddette prime e seconde linee.
Dove i neroverdi si trovano fanalino di coda nella massima competizione italiana è alla voce clean sheets. L’1-0 con la Fiorentina, l’unico risultato a porta involata fin qui, ha interrotto una striscia di 26 gare consecutive con almeno un gol al passivo che perdurava dalla stagione passata.
L’abitudine alla sconfitta
Proprio dallo scorso maggio, il Sassuolo è la squadra che ha perso di più nella massima serie con ben 19 stop (come la Salernitana). In questa annata, sono addirittura 15 le sconfitte in 25 match, una in meno del record negativo in A del 2013/14 a questo punto del campionato.
Dei 20 punti totalizzati dai neroverdi solo uno è arrivato senza Berardi, quello conquistato con il Torino al Mapei, per quello che al momento rappresenta l’unico risultato utile del girone di ritorno.
Sassuolo: come invertire la rotta
Alla luce di questi numeri, ça va sans dire urge un cambio di rotta per invertire una preoccupante abitudine a perdere e non finire nel baratro. La medicina indicata da Bigica alla vigilia di Sassuolo-Napoli è “quel furore agonistico, quello spirito che ci porta a far sì che ogni partita sia come l’ultima che giochiamo nella nostra vita”.
Lo stesso da mettere in campo nella prima di queste 13 finali, proprio contro i partenopei, in cui i neroverdi avranno l’arduo compito di confezionare l’impresa in una sfida che potrà dire molto sul proprio futuro.