Si va verso la fine del campionato e la celeberrima “torta” dei diritti televisivi dovrà dunque essere ripartita tra i club anche quest’anno. Gli interessanti dati di una simulazione della Lega Serie A (basati sull’attuale classifica e quindi ovviamente non definitivi) stimolano alcune riflessioni interessanti sul tema, naturalmente assai complesso e difficilmente affrontabile in modo esaustivo in poche righe. Proviamo, comunque, a fare qualche considerazione in merito alla tabella riportata qui sotto.
Per agevolare la comprensione della tabella dobbiamo ricordare che, sulla base delle regole di ripartizione al momento vigenti:
- il 40% della “torta” è diviso in parti uguali ad ogni club;
- il 30%è suddiviso in base al bacino d’utenza (25% tifosi, 5% dimensioni del Comune di residenza);
- il restante 30% si basa sui risultati sportivi (15% risultati ultimi 5 anni, 10% risultati dal 1946 fino a 6 anni fa e 5% risultati ultima stagione).
Osservando le stime riguardanti il Sassuolo si nota immediatamente che la somma che potrebbe essere destinata ai neroverdi, allo stato attuale, risulta pari a circa 31 milioni di euro. Un importo che, pur in calo rispetto alle previsioni di febbraio, risulta decisamente superiore a quello incamerato lo scorso anno, che secondo i dati che riportavamo qualche mese fa si aggirava intorno ai 22 milioni di euro. Una buona notizia, dunque, per il club di Piazza Risorgimento, che deve questo incremento, almeno in parte, ai risultati raccolti sul campo. Ammonterebbero infatti, in caso di conferma del settimo posto, a 2,7 i milioni di euro corrisposti al Sassuolo in ragione del piazzamento di questa stagione. Fa specie che club come la Lazio, a fronte di un bacino di utenza settantanove volte superiore a quello sassolese, potrebbe incamerare 0,2 milioni di euro in meno a causa del peggior piazzamento in classifica, pur potendo contare su diritti televisivi per complessivi 55,4 milioni di euro.
La questione del “bacino di utenza”, vero baluardo per i sostenitori del dominio dei grandi club (tra i quali alcuni dirigenti biancocelesti), è assai controversa: basti notare che il parametro relativo alla popolazione del Comune di residenza è, giocoforza, penalizzante per squadre come Sassuolo, Frosinone ed Empoli, la cui popolazione va dai 40.000 ai 48.000 soggetti. Il Carpi, ad esempio, forte dei suoi circa 70.000 abitanti, ottiene 100.000 euro in più delle compagini citate. La questione si fa poi ancora più paradossale se si sposta l’attenzione sui club più titolati: la Juventus, infatti, a fronte di una “quota popolazione” di 2,5 ottiene 49,7 milioni di euro dato il grande appeal che la squadra bianconera raccoglie in tutta la penisola.
Si tratta, lo ribadiamo ancora una volta, di stime che arrivano prima ancora del deposito dei bilanci 2015 da parte di tutte le società: difficile, quindi, capire fino a che punto gli eventuali maggior introiti da diritti televisivi potranno effettivamente andare a migliorare la situazione finanziaria delle squadre. Unica ulteriore considerazione che resta da fare, guardando per una volta all’estero, riguarda la quota suddivisa in modo paritario a tutti i club: in Italia, come accennato, ammonta al 40%, mentre nella Premier inglese, che peraltro può contare su “torte” di dimensione ben più cospicua, si arriva al 50%. In campionati sempre più equilibrati, nel corso dei quali non mancano le sorprese e i club che vanno oltre le aspettative iniziali, una revisione della normativa in questo senso potrebbe creare una situazione maggiormente paritaria, mitigando il pur perfettamente comprensibile maggiore interesse raccolto dalle squadre più blasonate presso il grande pubblico.