sabato , 15 Febbraio 2025
Allenatore Sassuolo

Allenatore Sassuolo: perché sì e perché no dei principali nomi papabili

Vincenzo Italiano

Perché sì: a inizio anno in pochi avrebbero pronosticato la salvezza dello Spezia, arrivata addirittura con una giornata d’anticipo e dopo un intero campionato disputato a debita distanza dalla zona retrocessione. Di Italiano si parla bene fin dai tempi di Trapani e la sua scelta non rappresenterebbe una rottura rispetto al triennio di De Zerbi, affatto. Il suo profilo rispecchia bene la filosofia del Sassuolo di crescita e di valorizzazione dell’organico: in più, come dimostrato a La Spezia, è in grado di lavorare bene anche con la materia grezza e di far rendere al meglio, sia a livello individuale che di squadra, gli uomini a disposizione. Con le strutture e la tranquillità che l’ambiente Sassuolo può offrire, non può che fare ancora meglio.

Perché no: Italiano è molto legato alla realtà spezzina la quale, a sua volta, lo adora per i grandissimi risultati ottenuti nell’ultimo biennio, sia con la promozione in Serie A che con la successiva salvezza. Nel contratto di Italiano è inoltre prevista una penale da un milione di euro per la risoluzione unilaterale, un altro scoglio che il Sassuolo potrebbe decidere di non superare, non tanto a livello economico quanto come filosofia del club. Con l’arrivo della nuova proprietà dello Spezia, infine, Italiano potrebbe essere tentato di rimanere per tentare di soddisfare le ambizioni del magnate americano Robert Platek. Non è semplice trovare la quadra che accontenti tutti entro tempi ragionevoli.

Allenatore Sassuolo
(Photo by Giuseppe Bellini/Getty Images for Lega Serie B )

Marco Giampaolo

Perché sì: Giampaolo è un allenatore che conosce molto bene la Serie A, è un profilo che sotto il punto di vista dell’attitudine al mestiere somiglia molto a De Zerbi. Essendo attualmente senza squadra (ma con un contratto in essere con il Torino, che può essere risolto senza troppe grane), il tecnico nato in Svizzera vuole rimettersi in gioco ed un suo arrivo risulterebbe meno problematico rispetto a quello di Italiano, che è invece in mezzo a due fuochi. Con l’Empoli e con la Samp è riuscito a raggiungere quel connubio tra bel gioco e risultati tanto caro al Sassuolo. E’ reduce da due esoneri consecutivi e la sua voglia di dimostrare che le sue idee sono ancora da Serie A potrebbe conciliare con quella del Sassuolo nel continuare un percorso ben definito.

Perché no: le ultime due esperienze sulle panchine di Milan e Torino sono terminate con due esoneri a campionato in corso: può essere che ci sia un concorso di colpe con le scelte societarie, o che non sia riuscito a sostenere le pressioni di due ambienti tosti, questo non lo sappiamo. Giampaolo è un tecnico con una precisa idea di gioco, basato su quel 4-3-1-2 che potrebbe sì valorizzare un attaccante come Raspadori, ma potrebbe altresì penalizzare le ali come Berardi. E’ chiaro che, prima di snocciolare bene questo discorso, andrebbero visti i movimenti del Sassuolo in sede di mercato (soprattutto in uscita): confidiamo però nelle capacità di un allenatore di adattarsi al materiale a disposizione, come d’altronde ha fatto De Zerbi. E chissà che Djuricic non decida di andarsene alla vista del tecnico che lo relegò in fondo alla panchina ai tempi della Samp.

Allenatore Sassuolo
Foto IPP/LPS/Danilo Vigo Italy Photo Press – World Copyright

Andrea Pirlo

Perché sì: essere catapultato alla guida della squadra più forte d’Italia alla prima esperienza in panchina è stata una mossa in prima battuta azzardata e, a posteriori, anche eccessiva. Uno spogliatoio di campioni è difficile da gestire senza un certo polso e fare un paragone con le vecchie annate ha poco senso. Ripartire in sordina da una società forte e con un progetto ben definito è senz’altro lo step che serve per la carriera di Pirlo, che ha comunque portato a casa due trofei e quasi 80 punti in Serie A. L’allenatore bresciano ha altri estimatori in Serie A: la sua idea di gioco potrebbe collimare con la filosofia societaria.

Perché no: un’eventuale scelta di Pirlo ricadrebbe a pieno titolo nel pool delle scommesse. Lo era l’estate scorsa alla Juve, lo sarebbe tuttora al Sassuolo. Non tragga in inganno l’ambiente tranquillo e privo di pressioni: il club neroverde viene da due ottavi posti consecutivi e le aspettative ci sono, eccome. Di certo la dirigenza dovrà scegliere un profilo che in prima battuta faccia il bene della squadra ed eventualmente, ma solo in seconda battuta, serva da trampolino per un allenatore emergente che non chieda le stelle per lo stipendio. Non dimentichiamo infine che la rosa del Sassuolo viene da un triennio di pesante indottrinamento – nel senso buono del termine – sotto De Zerbi: Pirlo dovrà avere l’autorità per entrare nella testa dei giocatori, come affermato ieri da Carnevali, senza crogiolarsi sull’eredità lasciata da De Zerbi e, soprattutto, senza creare dissapori nello spogliatoio. Periodo Bucchi docet.

Allenatore Sassuolo
Foto: Getty

Alessio Dionisi e Paolo Zanetti

Perché sì: Alessio Dionisi e Paolo Zanetti sono due giovani tecnici, bravi e ambiziosi, che hanno raggiunto la promozione in Serie A in un campionato che non era certo così scontato come sembra. Giocano con modulo abbastanza simile a quello di De Zerbi e, com’è stato per lui, si candidano a diventare tra i più apprezzati del prossimo campionato, ovunque si seggano. Interpreti di un calcio moderno e frizzante, le loro squadre sono belle da guardare. E la loro crescita è testimoniata dai risultati raggiunti.

Perché no: Dionisi e Zanetti non hanno esperienza in Serie A e, inoltre, hanno guidato nella massima categoria due squadre che dovranno fare di tutto per restarci. Appare complicato che possano lasciare Empoli e Venezia, sebbene il progetto Sassuolo abbia un’attrattiva molto forte. Il rischio è quello di ripetere errori già visti. Cristian Bucchi, quando arrivò a Sassuolo, aveva fatto molto bene in Lega Pro e in serie B. L’impatto con la A fu devastante. L’ombra di quel periodo sembra sempre dietro l’angolo.

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Paulo Fonseca

Perché sì: Fonseca è un allenatore abituato all’Europa e ai contesti internazionali. In due stagioni alla Roma ha fatto molto bene, più in Europa che in campionato, ma di certo è un profilo molto alto, dal palmares di tutto rispetto. Troverebbe sulla panchina del Sassuolo i nuovi stimoli di cui ha bisogno dopo essere stato mollato malamente dalla società capitolina, magari costruendo un progetto intorno a chi vorrà rimanere. Il suo arrivo, tra tutti, potrebbe significare voler continuare idealmente il percorso di De Zerbi e tentare un nuovo assalto all’Europa già da settembre.

Perché no: Lo stipendio di Fonseca è il motivo del nostro primo no. Il tecnico portoghese a Roma percepiva 2,5 milioni di euro. Un po’ troppi per la società neroverde. A livello di gioco, invece, spesso si sono sottolineati i suoi difetti in fase di non possesso e in fase difensiva. Gli piace tenere i difensori alti, ma a Roma lo hanno sempre accusato di trascurare il reparto arretrato, che (specie nell’ultima parte di stagione) a Sassuolo è notevolmente migliorato e rischia di ripiombare nell’oscurità di qualche mese fa.

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foto: asroma.com

Eusebio Di Francesco

Perché sì: il buon vecchio Eusebio conosce l’ambiente Sassuolo, ha contribuito a farlo crescere e a renderlo ciò che è oggi. Certi amori non finiscono mai e qui gli si vuole un gran bene. Per molti è il simbolo dell’usato sicuro, per altri l’unico che dovrebbe sedere su quella panchina. Ha dato alla squadra una prima impronta fortemente offensiva e riaccenderebbe le speranze dei più romantici.

Perché no: le sue ultime avventure, sulle panchine di Sampdoria e Cagliari, hanno fatto parlare soprattutto in negativo, dopo i fuochi d’artificio della sua prima stagione a Roma. Se il suo nome a Sassuolo è avvolto dall’aura del mito, il suo ritorno rischierebbe di rovinare quanto costruito un tempo. Ma non è solo il rischio di una delusione ad essere dietro l’angolo. Il Sassuolo di De Zerbi, rispetto a quello di Di Francesco, è cresciuto moltissimo soprattutto a livello mentale. Il riciclo del nome del tecnico dei tempi della promozione, della prima salvezza e dell’Europa League suona soprattutto come un ripiego, sul quale ci si è diretti dopo l’impossibilità di concretizzare altre piste.

Eusebio Di Francesco
foto: repubblica.it

 

Julio Velazquez

Perché sì: l’allenatore spagnolo ha già assaggiato la Serie A con l’Udinese, ma il suo nome non è rimasto nei cuori dei tifosi friulani. Nonostante ciò, Velazquez è uno che ne sa di calcio e allena da quando ha 15 anni. L’ambiente Sassuolo potrebbe fare al caso suo: l’idea di un ambizioso progetto a lungo termine, e non breve come quello vissuto a Udine, potrebbe stuzzicarlo ad accettare la panchina neroverde. A Velazquez va riconosciuto il fatto di avere una grande impronta internazionale, dimensione che un po’ è mancata al Sassuolo negli ultimi anni. Potrebbe essere il vero outsider della stagione.

Perché no: nonostante il miracolo appena compiuto con il Maritimo, la carriera da allenatore dello spagnolo è piena zeppa di esoneri. Ovunque sia andato, è stato quasi sempre esonerato dopo nemmeno un anno dal suo arrivo. E’ vero, forse tutte le colpe non sono sue, ma l’idea che arrivi un allenatore che non è mai riuscito a dare continuità un po’ preoccupa. In questo momento al Sassuolo serve una figura che continui l’egregio lavoro fatto da Roberto De Zerbi e la sua discontinuità potrebbe essere un elemento negativo.

Velazquez Sassuolo
foto: TMW

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Riguardo Gabriele Boscagli

Deluso dalle big fin dalla giovanissima età, si è affezionato al Sassuolo e non lo ha più lasciato. In redazione è il pilastro del settore giovanile.

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