Goldaniga, Letschert, Lemos, Magnani, Marlon, Demiral, Romagna, Chiriches, Ayhan e Ruan. La bellezza di dieci giocatori ha provato a raccogliere l’eredità di Paolo Cannavaro, ritiratosi dal calcio esattamente quattro anni fa e raggiunto ieri da Andrea Consigli nella non lusinghiera statistica di giocatore con più presenze in Serie A senza esordio in Nazionale. Più di due rincalzi di media a stagione per una posizione in campo, mentre a sinistra il solo Gian Marco Ferrari ha brillantemente succeduto Acerbi, sia a livello tecnico che autoritario: non è un caso che la fascia da capitano ora sia sul suo braccio.
Facciamo dei doverosi distinguo, sui dieci giocatori appena citati. C’è chi non ha demeritato ma è stato messo ai margini (Goldaniga, Magnani, Ayhan); c’è chi non si è mai ambientato in Italia (Letschert, Lemos); chi è stato all’altezza ma ceduto per monetizzare (Demiral); chi è stato semplicemente sfortunato (Romagna); chi è appena arrivato (Ruan). Infine, c’è anche chi ha avuto fin troppe occasioni (Chiriches, Marlon), ed è proprio su questa categoria che ci soffermeremo, perché la più attuale anche alla luce di Sassuolo-Verona 2-4 di oggi.

Nel calcio si parla spesso di episodi. E’ il pane quotidiano di tifosi – rigore sì, fuorigioco no e via discorrendo – giornalisti ma anche di uomini di campo come gli allenatori, sia di coloro che fanno vertere la partita su di essi sia per quelli che li considerano solo una delle variabili di questo sport. Quante volte sentiamo dire ad un tecnico “gli avversari hanno segnato con un episodio”, “gli episodi ci sono girati a sfavore”? Ogni weekend. Oggi ad esempio è stato il turno di Dionisi, in riferimento al rigore regalato – è questo il termine giusto – da Chiriches non appena il Sassuolo aveva trovato la svolta alla partita con l’1-2 di Scamacca.
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Ed è probabilmente questo il limite maggiore di due giocatori come Chiriches e Marlon, osannati tanto – forse anche troppo – per le loro qualità in impostazione, ma altrettanto criticati per le amnesie difensive che ci tengono in apprensione ogni domenica. Ormai i tifosi del Sassuolo hanno fatto il callo ai loro errori di superficialità, che contribuiscono in buona parte a mantenere in vita l’eterno connubio tra Sassuolo e difesa ballerina. E non deve sorprendere che l’onerosa cessione del brasiliano, mirabilmente conclusa dalla nostra dirigenza, abbia lasciato ben poche vedove in quel di Sassuolo.
Dal canto suo, il Sassuolo ha giustamente scelto di proseguire per la propria strada e infondere fiducia, con i giovani come con i più esperti. Se si sbaglia non fa niente, aiuta a crescere: è questo il mantra di De Zerbi, raccolto poi da Dionisi. Il tecnico toscano, nel commentare il penalty concesso da Chiriches, ha preferito non citare il suo nome, prendendo implicitamente le sue difese. Un bel gesto da parte sua. Non ci si può esimere però dal notare che, se Carnevali e Rossi hanno cambiato così tanto in quel ruolo, un motivo ci dovrà pur essere. E il problema è tutt’altro che risolto: pochi giorni fa è arrivato Ruan, in estate ritornerà Erlic dallo Spezia. Un continuo casting per trovare il profilo giusto. Più del sostituto di Boga, più del centrocampista di rottura, più del vice Berardi: il vero nervo scoperto del Sassuolo è il centrale di destra.