La prestazione è fondamentale ma non ci basta più: lo ha detto Dionisi ieri sera, nel post partita di Atalanta-Sassuolo. Una frase che sottoscriviamo, e non solo dopo aver incassato la terza sconfitta di fila: ma di buono, permetteteci di dirlo, c’è che la brutta prova contro il Torino è stata archiviata. Sperando di doverla ritirare fuori solo in riferimento alla peggior gara stagionale.
Contro l’Atalanta sembrava un copione già scritto. Un 1 fisso, sempre parafrasando Dionisi nella conferenza della vigilia. Gol subito dopo due minuti netti, reparti sfilacciati e occasioni à gogo per l’Atalanta – che ha capitalizzato soltanto un’altra volta con Zappacosta, per nostra fortuna. Un consueto Atalanta-Sassuolo al Gewiss Stadium, insomma. Il gol di Berardi ha dato la scossa ad una squadra apparsa fin lì ben poco in palla, e le ha permesso di entrare in campo nella ripresa con rinnovata determinazione.

Il gol del 2-2 non è arrivato. A dire il vero, anche di occasioni vere ne abbiamo registrate poche: il colpo di testa di Defrel è una di queste, il batti e ribatti su cui Djuricic (e Dionisi) ha reclamato il rigore un’altra mezza. Ma aver contenuto la verve offensiva dell’Atalanta, strappandole il possesso palla e guadagnando sempre più supremazia territoriale, non è cosa da poco. Tra le note positive menzioniamo un Frattesi immenso e ad oggi insostituibile – di fatto anche nella partita del turnover massiccio – e un Berardi che ha ancora voglia di trascinare questa squadra, checché ne dicano i bastian contrari; maluccio invece i due esterni bassi, Muldur e Kyriakopoulos, che a posteriori hanno dato una ragione in più a mister Dionisi per avergli preferito Toljan e Rogerio nei primi quattro impegni.
Il match del Gewiss Stadium può far ben sperare in vista delle prossime partite, a partire dalla Salernitana, che non sarà uno spartiacque della stagione ma solo – si fa per dire – un’occasione ghiotta per ritrovare la vittoria. Magari con tanti gol a corredo.