Alessio Dionisi ha parlato in un’intervista rilasciata ad AM, inserto di TuttoSport. Il tecnico neroverde ha parlato di sé e dei suoi primi mesi alla guida del Sassuolo. L’intervista completa è sul numero del quotidiano oggi in edicola.
Giovane ma già d’impatto: “Per diventare un buon allenatore non bisogna per forza essere stati dei campioni, i fantini non hanno mai fatto i cavalli. Sono fiero della mia gavetta. Più sali e più aumentno l’intensità e il peso delle individualità. Non sono un sognatore, preferisco vivere il presente. Però sì, in questo caso sono andato oltre i sogni. Merito dei giocatori che ho avuto, dei dirigenti che ho incrociato e del mix di bravura e fortuna nelle scelte che ho fatto. L’importante è non dimenticrsi le proprie origini”.
Le esperienze lo hanno aiutato molto: “Alla prima esperienza in panchina fui esonerato dopo due mesi. Ma quel licenziamento ha avuto anche dei risvolti positivi. Sfruttai i mesi senza squadra per studiare, trascorsi tre giorni a seguire gli allenamenti di Guardiola a Monaco. Faccio ancora fatica a vederlo come un collega, Guardiola. Lo stesso con Mourinho. In Roma-Sassuolo era alla millesima panchina, io alla terza in Serie A…”
Il Sassuolo ha fatto bene soprattutto con le big: “Ammazza grandi? È un soprannome che mi fa piacere, ma allo stesso tempo non mi fa impazzire perché il nostro campionato non è solo quello con le big, ma anche quello contro le squadre più vicine a noi. E contro queste ultime dobbiamo fare meglio. I punti sono punti, però, e ci teniamo stretti quelli ottenuti con le big”.
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Poi fa un resoconto di quanto fatto finora: “Al nostro girone di andata dò un 7-. Il meno è per la sconfitta contro il Bologna e per avere lo stimolo, nei prossimi mesi, di cancellarlo ed arrivare a giugno con un 7 pieno”.
Poi un commento sui suoi giocatori: “Raspadori è come una macchina tedesca o svedese, di quelle super affidabili, di alta qualità e full optional. Giacomo, seppur giovanissimo, è un trascinatore. Ha una mentalità fuori dal comune. Spero si parli tanto di lui nei prossimi mesi, vorrebbe dire che sta continuando a fare bene. Non mi spaventa il caos mediatico su di lui, è bravissimo a gestirsi dentro e fuori dal campo. Mi auguro di godermi Scamacca e Berardi fino a giugno. Berardi è il nostro top player. Scamacca ha qualità notevoli, ma deve imparare a convivere con i momenti positivi e negativi. Se in futuro non diventerà il centravanti dell’Italia mi arrabbierò con lui”.