Inizia con il botto la stagione di eventi del Sasol Club che, lo scorso giovedì 7 settembre presso la propria sede in Via Regina Pacis, ha ospitato Alessio Dionisi e Gianpiero Piovani, oltre a Remo Morini e Andrea Fabris in rappresentanza della società. L’evento, intitolato “10 riprese con mister Dionisi e mister Piovani”, ha riscosso un ottimo successo di pubblico, dimostrando quanto iniziative come queste possano aiutare a rinsaldare i rapporti tra club e tifoseria.
Tantissime le domande poste a Dionisi e Piovani, dalla sfera personale fino al rettangolo verde. Alla domanda su come si siano avvicinati per la prima volta al calcio, entrambi danno risposte veraci: “All’oratorio le diagonali me le insegnava don Giuseppe, è stato il mio primo allenatore”, afferma Piovani. “Dal mi’ babbo”, dice Dionisi da buon toscanaccio. Si passa poi al campo: “Il giocatore più forte che ho allenato è sicuramente Berardi. Quello che mi piacerebbe allenare? Baggio perché è stato il mio idolo, ma tra quelli in attività dico Zielinski, è chiacchierato ma non troppo”. Piovani: “Dico la Giugliano perché l’ho cresciuta a Brescia. Chi vorrei allenare? Sempre la Giugliano”.
Un pregio e un difetto? Piovani: “Molto permaloso, ma do il cuore se qualcuno mi vuole bene”. Per Dionisi, invece, “onestà il pregio, testardaggine il difetto”. Cosa faranno dopo la carriera nel calcio? Più conservativo Dionisi – “guardo l’obiettivo a brevissimo termine” – più diretto Piovani, che afferma di volere qualcosa di importante a Sassuolo ma non nega di essere ambizioso. E non si nasconde quando gli viene chiesto dell’interesse della Nazionale: “Se un allenatore è bravo lo è grazie allo staff che c’è dietro. In passato c’è chi ha fatto il doppio incarico. A livello economico non mi avrebbe cambiato niente, ma come prestigio per la società che ha portato un allenatore a guidare sia un club che una Nazionale, questo sicuramente sì. Questa ipotesi è stata scartata, anche se mi sarebbe piaciuta tantissimo. Se in futuro ricapiterà, sicuramente non mi tirerò indietro”.

Si entra poi nella questione tifo e stadio: “E’ bello lasciare il segno come persone, anche se è più facile essere ricordati positivamente per i risultati” afferma Dionisi. “A Sassuolo hai la possibilità di stare a contatto con le persone, questa è un’opportunità che dimostra l’intenzione della società di avvicinarsi. Anche a noi farebbe piacere vedere i tifosi all’allenamento, ma il centro sportivo non è stato pensato per far assistere a delle persone, non c’è spazio fisico intorno ai campi. La distanza da Reggio Emilia non aiuta, ma è l’unica opportunità per il Sassuolo per giocare in Serie A: siamo una delle poche società ad avere lo stadio di proprietà e questo dev’essere un vanto. Il Sassuolo è in Serie A da undici anni: in strada la gente dice di tifare il Milan, l’Inter, la Juve e poi il Sassuolo. E su Magnanelli dico che ha dato tanto, così come voi avete dato a Francesco, ma non credo che una realtà calcistica così importante si possa poggiare su una sola persona: la scelta di Francesco è da rispettare, la società non poteva fare nulla di più”.
Prende poi la parola il Direttore Organizzativo Andrea Fabris: “Per quanto riguarda gli allenamenti, d’accordo con il mister abbiamo deciso di dare la possibilità di far entrare gli abbonati al centro sportivo. Stiamo pensando anche ad una struttura per permettere di assistere agli allenamenti, forse provvisoria. Per quanto riguarda lo Stadio Ricci” – lo stadio migliore della Serie A Femminile, parole di Piovani – “a cui teniamo tutti, sicuramente giocare in un impianto situato nella città farebbe la differenza, ma abbiamo fatto una scelta ed è difficile pensare di avere uno stadio qui”.
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“Dall’altro lato, abbiamo investito più di 200mila euro per il nuovo impianto di illuminazione e abbiamo un discorso aperto anche per l’allargamento del campo, la sostituzione delle sedute e altro. Capisco il punto di vista degli ultras sullo stadio a Reggio ma, visto l’impegno economico e non solo da parte della proprietà, non è sempre bello sentire quel coro. Ma è giusto che ci sia confronto diretto su questo discorso. Sono qui da undici anni, gli stessi del Sassuolo in Serie A: teniamoci stretta questa realtà e proviamo a far venire più tifosi, anche io mi arrabbio con chi mi dice che tifa prima le big e poi il Sassuolo. Stiamo lavorando sui più piccoli, sulle scuole: è un lavoro lungo ma cerchiamo di portarlo avanti”.
Negli ultimi giorni, inoltre, il Sasol Club ha formalizzato l’iscrizione alla FISSC, Federazione Italia Sostenitori Squadre Calcio: la Federazione, nata nel 1970 e riconosciuta dalla FIGC, si prefigge come obiettivo lo sviluppo delle organizzazioni di tifosi al fine di aumentare il numero di sostenitori, fungendo da coordinamento a livello nazionale ed internazionale. Il Sasol Club è il primo club di Sassuolo iscritto alla FISSC.