In principio fu la squadra attenta ai giovani, prevalentemente italiani. Non che oggi questo credo sia stato del tutto sconfessato, ma indubbiamente il Sassuolo di oggi non è quello che si era abituati ad osservare fino a qualche stagione fa.
Nelle ultime stagioni di Serie C, nel corso dei quali la quasi totalità della rosa era composta da giocatori italiani, si iniziò a tracciare un percorso che portò poi a seguire in cadetteria il medesimo fil rouge. E fino almeno alla stagione 2016/2017 la valorizzazione dei talenti tricolore è stata considerata una priorità dalle parti di Piazza Risorgimento.
Dal campionato successivo, il numero di stranieri ingaggiati subì un lento ma costante accrescimento, fino ad arrivare ai 13 giocatori non italiani dell’attuale rosa. E pare non essere finita qui: dopo la cessione di Adjapong, l’approdo in neroverde di Muldur ha mostrato il consolidarsi di una tendenza che potrebbe essere confermata anche dagli arrivi che saranno ufficializzati da qui alla fine del mercato.
D’altro canto alcuni dei giocatori giunti negli ultimi anni al Sassuolo sono stati e sono, per così dire, “stranieri di facciata”. Difficile infatti considerare Khouma El Babacar o Alfred Duncan, in Italia da moltissimi anni per questioni sportive o familiari, dei veri e propri stranieri, non foss’altro per la loro buona conoscenza della nostra lingua, che parlano in modo ben più convincente di numerosi nativi italiani…
Che ruolo può avere mister Roberto De Zerbi in questo contesto? Forse l’attuale tecnico neroverde, di concerto con Carnevali e Rossi, ha concordato un cambio di strategia volto a guardare in modo più attento ai campionati esteri, mettendo da parte la politica degli italiani vista in modo alquanto marcato nell’era Di Francesco. Fin dalle prime battute della sua gestione, il mister bresciano ha voluto dare un’impronta ben precisa alla propria squadra, arrivando fino a chiamare personalmente i giocatori prima ancora che la dirigenza potesse imbastire una trattativa. Ciò è dimostrato dalla mole imponente di trasferimenti, sia in entrata ma soprattutto in uscita, che ha coinvolto il Sassuolo nelle ultime finestre di mercato: al di là delle annunciate cessioni eccellenti di Politano e Sensi, difficilmente ci saremmo immaginati di veder partire in così breve tempo due giocatori come il già citato Adjapong e la bandiera Missiroli, senza contare i numerosi difensori mandati in prestito e mai realmente reintegrati nel progetto, come Dell’Orco e il pur straniero Letschert, nonostante le non negative prestazioni offerte con la maglia neroverde, specie dal terzino ora in forza al Lecce.
Leggi anche > SASSUOLO AL PRIMO POSTO PER INTROITI DALLO SPONSOR DI MAGLIA MAPEI
Indubbiamente il fatto che il Sassuolo si sia dimostrato in grado di tessere relazioni con club di primissimo livello come Barcellona, Chelsea e Borussia Dortmund è motivo di orgoglio: tuttavia la speranza di rivedere una squadra come fu il Piacenza degli anni ’90, la cui politica del “tutto italiano” portò buoni frutti, è forse eccessivamente romantica e difficilmente replicabile. La nuova linea pagherà? Ai posteri, e nell’immediato all’inizio del campionato, la quanto mai ardua sentenza.