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Lo scorso 5 maggio è stato presentato, nella sala stampa dello stadio Ricci di Sassuolo, il libro che Francesco Acerbi ha scritto insieme al giornalista Alberto Pucci. Il volume, intitolato “Tutto bene” e edito dalla Sperling & Kupfer, racconta la battaglia di Francesco contro il tumore che lo ha colpito per ben due volte, mettendo a rischio non solo la sua carriera sportiva ma la sua stessa vita. La prima diagnosi, risalente all’estate 2013, emerse proprio nel corso delle visite mediche dello staff neroverde, alla vigilia di una stagione che poteva rappresentare una svolta per il talentuoso difensore ex Milan.
L’operazione d’urgenza, i sospetti di doping, la ricaduta: questo il percorso che la colonna del reparto arretrato del Sassuolo ha dovuto affrontare. Un percorso spinoso, con ostacoli che possono apparire insormontabili ma che Francesco è riuscito a superare brillantemente e ad ottenere, con la sua tenacia, grandi soddisfazioni professionali, culminate nell’esordio in Nazionale lo scorso novembre.
Cosa insegna la storia di Acerbi? Chiaramente a non mollare mai, a credere sempre che una soluzione positiva possa arrivare al termine di un periodo di grande difficoltà…ma non solo. Insegna che di fronte alla malattia siamo tutti uguali, che il fatto di essere “privilegiati” e molto fortunati come senz’altro è un atleta professionista possa sgretolarsi davanti all’evidenza che una battaglia per la propria salute non è meno dura in ragione del lavoro che si svolge.
In questo caso Francesco dimostra di svolgere davvero quel ruolo di esempio per i giovani tanto declamato in relazione agli idoli del pallone e dello sport in generale. Il suo carattere schivo e la sua tendenza a sdrammatizzare potrebbero fare da monito anche per molti suoi colleghi, spesso presi dal loro ruolo di “star”. Cliccando qui potrete leggere una scheda del libro direttamente dal sito dell’editore: parte dei proventi saranno devoluti alla ricerca oncologica. Noi compreremo presto il libro di Francesco e gli auguriamo una carriera di successo…preferibilmente in maglia neroverde.
di Massimiliano Todeschi
