Da qualche giorno i principali quotidiani sportivi si arrovellano sul calcolo della “quota salvezza”, il magico numero di punti che permetterebbe la sicurezza (del tutto teorica) di permanenza in serie A alla squadra che lo raggiunge. Ebbene, questa quota ammonterebbe, ad oggi, a soli 31 punti. Numerosi commentatori si battono il petto evidenziando la pochezza qualitativa del calcio italiano, che si rifletterebbe dal costante calo, appunto, della quota salvezza. Questo punto di vista ha sicuramente un suo fondamento, anche se non rappresenta l’unico modo di inquadrare la questione: se guardiamo, infatti, all’Europa e alla parte alta della classifica notiamo, a fianco dei discreti risultati ottenuti dalle formazioni italiane in Champions e in Europa League, una serrata lotta per i posti di vertice della graduatoria (forse faremmo meglio a dire per il secondo e il terzo, ma nessuno ha ancora cucito scudetti su nessuna maglia…) con cinque squadre a sgomitare in altrettanti punti. I giochi sono dunque apertissimi e dal punto di vista dello spettacolo e della tensione agonistica si può stare certi che il campionato italiano regalerà emozioni fino all’ultima giornata.
La festa del Sassuolo per la promozione in A
Spostandoci nella parte destra della classifica, abbiamo già lodato più volte i meriti di quel Sassuolo in grado di giocarsela con chiunque e di ottenere risultati insperati all’inizio della stagione, senza dimenticare le innegabili note positive che altre squadre hanno fatto registrare permettendo alla serie A di rivelarsi un campionato vivace e con pochi risultati già scritti. Verrebbe da chiedersi: chi sostiene squadre che puntano alla salvezza deve prestare attenzione a queste, vere o fantomatiche, quote salvezza? Non sarebbe meglio attendere che l’aritmetica dia un responso definitivo? Si tratta di un quesito di difficile risoluzione, anche perché, guardando in casa nostra, se la memoria non c’inganna una squadra emiliana che indossa una maglia neroverde è già a quota 32… è una strada senza uscita. Esercitiamoci quindi nella nobile arte del compromesso: anche se esteriormente è bene sposare la prudenza come fa il saggio Eusebio Di Francesco, ciascun tifoso, tra le sue segrete speranze, può anche coltivare un pizzico di illusione…che non è peccato, nemmeno in Quaresima.
di Massimiliano Todeschi
Ti è piaciuto questo articolo? Leggi tutti gli articoli di Massimiliano Todeschi.