Eusebio Di Francesco, si sa, è un allievo di Zeman. La carriera altalenante del tecnico boemo, da pochi giorni dimessosi dalla carica di tecnico di un Cagliari ad un passo dal baratro della serie B, non ha fatto diminuire il numero dei suoi estimatori, che continuano a considerarlo un vero maestro del pallone. Una delle doti principali del mister che in molti già danno nel mirino del Catania per la prossima stagione, è quella di fare da “chioccia” a talentuosi giovani attaccanti. Non per nulla, per tacere del regista Verratti, giocatori del calibro di Immobile e Insigne arrivano proprio dalla scuola di Zeman. Il modulo utilizzato dal serafico ex-allenatore dei sardi è storicamente il 4-3-3, spesso foriero di partite spettacolari anche se un attacco troppo spregiudicato può portare a sbilanciamenti. Lo sa bene proprio il Cagliari, che al momento è la squadra più perforata del campionato, con 61 gol al passivo.
Il Sassuolo di questi ultimi due anni ha portato in serie A un approccio a tratti sfrontato: specialmente in quest’ultima stagione Di Francesco, nel tentativo di andare sempre in campo per vincere, ha raccolto buoni risultati portando la squadra ad una salvezza non ancora matematica ma altamente probabile. Più volte su queste pagine abbiamo parlato dell’attacco sassolese come del reparto chiave da osservare per leggere l’approccio dei neroverdi alle singole partite. Nel corso dell’ultimo incontro contro il Torino, anche nel nome delle assenze, si è varata una via alternativa. Il mister, sulla base delle caratteristiche dei giocatori disponibili, ha optato per un 3-4-3.
(foto: sassuolocalcio.it)
La buona prova complessiva del centrocampo, non di rado in difficoltà nella sua “classica” variante a 3 nel corso del campionato, è stata in primo luogo dovuta all’utilizzo di Brighi e Taider (poi ben rimpiazzato da Biondini) nel ruoli a loro più congeniali, ovvero quelli di interni. Non dovendosi occupare delle fasce laterali, già appannaggio di Lazarevic e Longhi, giocatori rispettivamente dalle spiccate doti offensive e difensive, gli uomini schierati da Di Francesco in mezzo al campo hanno saputo ben contenere le avanzate della squadra granata e, soprattutto nell’ultima frazione di gara, hanno rivestito un ruolo chiave ai fini di conservare il prezioso pareggio maturato. Chissà che la buona prova soprattutto di Matteo Brighi non fosse anche dovuta ad una particolare motivazione derivante dal trovarsi di fronte ai suoi ex compagni di squadra…ma poco importa, ora si deve guardare a Verona.
Data la perdurante assenza di capitan Magnanelli non è da escludersi che il Sassuolo si schieri nuovamente con il modulo di domenica scorsa con in difesa il trio Acerbi-Cannavaro-Peluso. Spingendo sulle corsie laterali e prestando maggiore attenzione a non concedere troppe ripartenze agli scaligeri (e sempre nell’attesa che là davanti Zaza torni al gol) i neroverdi possono portare a casa l’intera posta in palio pur su un campo certamente non facile e contro una squadra che si dimostra sempre in grado di dare più di un grattacapo all’avversario.
di Massimiliano Todeschi