Quattro gol nelle prime otto giornate. E’ con questo score che Andrea Pinamonti si presenta alla gara di domani sera con la Lazio. L’attaccante neroverde ha rilasciato un’intervista a Dazn, nel corso della quale si è raccontato a tutto tondo. Partendo dal ruolo dell’attaccante: “Lukaku mi diceva sempre di usare il corpo perché porta tanto vantaggio, ma non è semplice portare i difensori a spasso come fa lui. E’ sempre stato gentile con me, gli sono molto riconoscente. Mi piace quello che mi ha consigliato, cerco di instaurare un rapporto fisico con l’avversario anche se preferisco andare in profondità”. Queste le parole riportate da TMW.
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Le richieste di Dionisi?
“Chiede di allungare le difese avversarie, l’attaccante è il primo riferimento che ci deve essere quando si riparte. Non vuole che l’attaccante venga incontro, altrimenti si fa più fatica a ripartire. Al giorno d’oggi la parte fisica è comunque fondamentale, soprattutto nell’attaccante per tenere palla e far salire la squadra”.
L’utilizzo dell’esterno del piede sullo scarico e sulle sponde?
“A volte è utile per anticipare il tempo, il mister è intelligente nel capire che certe giocate non sono fatte solo per apparire, è un discorso di tempi di gioco”.
Quali i suoi modelli in fatto di attaccanti?
“Sono cresciuto guardando Ibrahimovic, l’ho sempre visto come l’attaccante perfetto sotto tutti i punti di vista. Nei primi anni ero in squadra con Icardi, ho imparato tanto, dentro l’area è uno degli attaccanti più forti che ci siano”.
Come si muove in area?
“Sono io che detto i movimenti, se mi adatto a quelli dei difensori perdo quel mezzo secondo che mi fa andare fuori tempo”.
Quanto conta la testa nel calcio?
“Nel calcio la testa fa davvero tanto, più della metà dell’intero pacchetto. L’ho provato sulla mia pelle, vedendo la differenza fra quest’anno e l’anno scorso, è un discorso di fiducia, se ti entrano i primi gol poi vedi tutto in modo diverso. Lo scorso anno quando la palla non entrava ero più nervoso”.
Ha sentito Spalletti in ottica Nazionale?
“No, non ancora, ma quello è un obiettivo…”.