articolo di Giovanni Pio Marenna
Se la corsa al Quirinale è ancora abbastanza indecifrabile e ingarbugliata, quella al colle della classifica non vede spostati gli equilibri di fondo. L’Inter, con una partita in meno, è salda in testa, proverà a raddoppiare il proprio vantaggio nel recupero a Bologna e non sembrano essersi segni di cedimento, seppur è tornato il jingle della “pazza Inter amala” in quella che è stata la prestazione più incolore degli uomini di Inzaghi.
Così come le polveri erano bagnate a San Siro tra Milan e Juventus (non finiva in pari da 9 anni). Con un punto guadagnato più dai bianconeri che non dai rossoneri. Il Napoli passeggia sulle spoglie di una Salernitana, indebolita nell’organico tra infortuni, Covid e post Covid (cioè pochissimi allenamenti per i reduci dal virus), e pregusta già la ripresa del campionato, dove andrà a Venezia ma contemporaneamente ci sarà il derby della Madonnina a caratterizzare la 24esima di campionato.
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Lazio e Fiorentina, fermate rispettivamente in casa contro un’Atalanta che sta reggendo bene l’impatto di un organico rimaneggiato e in trasferta a Cagliari, non sono riuscite ad agganciare una Roma in formato bighe di cavalli travolgenti ad Empoli, insidia adesso la Juventus a -4. Imprevedibili Lazio e Roma: ad ondate irrefrenabili seguono poi mari piatti inspiegabili e poi di nuovo ondate inarrestabili. Squadre incontrollabili nel bene e nel male, quelle di Sarri e Mourinho. Chi sta assumendo sempre più le sembianze delle Furie romane senza essere romane, sono lo spaventoso Verona di Tudor e il monumentale Spezia di Thiago Motta.
I numeri degli scaligeri sono sempre più impressionanti: nona vittoria, 43 gol realizzate e sempre lì, lì nel mezzo, alle spalle di romane e di Fiorentina. Non è certamente più una novità, ma una splendida conferma, quella di un lavoro sodo, prezioso e caparbio di Tudor. Praticamente fin da subito, soprattutto sul piano mentale. Se poi aggiungete nella ricetta anche delle folate rapide e imprendibili sui due gol di Caprari e Kalinic, il gioco è fatto. Terza vittoria consecutiva, e ciò non sorprende solo per le statistiche che ci dicono che non era mai successo allo Spezia in Serie A. La vittoria contro la Samp del neoallenatore Gianpaolo non è solo inaspettata, ma autorevole, giunta al termine di una prestazione non entusiasmante, che puntava a non scoprirsi e a non prenderle, ma sempre a testa alta. È di Verde il jolly di giornata al volo. Spezia a 2 soli punti dal Bologna e a 4 da Empoli e Sassuolo, che pure hanno realizzato in 2 quasi 80 reti. Un piccolo miracolo? Certamente sì, se partiamo dal fatto che lo Spezia a metà dicembre sembrava, come la Salernitana, spacciato, e che al tecnico era stato praticamente annunciato dalla società l’esonero prima di Natale, alla vigilia della gara contro il Napoli. Da lì, proprio da quella accidentale vittoria con 0 tiri in porta, un nuovo inizio per gli aquilotti spezzini, che hanno ripreso a viaggiare allo stesso ritmo dello scorso anno, quando in panchina sedeva Italiano: dopo 23 giornate lo Spezia di Italiano aveva 24 punti e un +9 dalla zona retrocessione, ad oggi i punti sono 25 (uno in più) ma la distanza dalla terzultima è di 8 lunghezze (una in meno). Indimenticabile.