giovedì , 19 Settembre 2024
gregoire defrel sassuolo
foto: sassuolocalcio.it

Grégoire Defrel, non uno qualsiasi: il saluto al Bandito

L’annuncio dello svincolo di Grégoire Defrel per il mancato rinnovo del suo contratto con il Sassuolo è una di quelle notizie che, per quanto ampiamente nell’aria, fa male soprattutto al cuore dei tifosi neroverdi. Per molti, più di quella dell’addio di Ferrari e Pegolo.

Greg è uno dei giocatori che più di ogni altro viene in mente ripensando all’esperienza del Sassuolo in Serie A, avendo partecipato a ben sette stagioni su 11 con la maglia del club emiliano nella massima competizione nazionale.

Arrivato dal Cesena nel 2015, fu protagonista di una buona prima stagione, condita da 7 gol, e di una seconda coronata da ben 16 reti, di cui 4 in Europa, tra preliminari e gironi di Europa League, che ne fanno il secondo miglior marcatore nelle competizioni internazionali del Sassuolo dopo Berardi. Una stagione più che positiva fece sì che Di Francesco lo portasse con sé a Roma, dove però non riuscì a brillare, trasferendosi l’anno successivo alla Sampdoria prima di tornare al Sassuolo nel 2019.

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fonte: sassuolocalcio.it

La sua storia personale è di quelle conosciute. Greg è un ragazzo delle banlieu, il bandito parigino dall’esultanza a mitraglietta tanto criticata sui campi della Serie A. Il ragazzo che giocava a calcio sulla sabbia a Chatillon ispirandosi a David Trezeguet. Lui, che fu scartato dal Monza in Lega Pro perché sovrappeso e fu poi portato da Francesco Palmieri nel vivaio del Parma. Una storia di riscatti e risalite.

Più che il primo, è stato il suo secondo periodo in neroverde, pur meno prolifico a livello di reti (ne avevamo fatto accenno qui), a renderlo quello che rimane tutt’oggi per i tifosi: una bandiera, un punto di riferimento, un segno di continuità e di attaccamento alla maglia. Uno sul quale si può contare soprattutto nei momenti di difficoltà, in grado di ribaltare una partita grazie ad un’intuizione anche a gara in corso. 208 presenze e 34 reti in neroverde. Numeri che ne fanno il quarto miglior marcatore della storia del Sassuolo, dopo mostri sacri come Domenico Berardi, Gaetano Masucci e Alessandro Noselli e davanti a nomi come Ciccio Caputo ed Andy Selva. Non uno qualsiasi.

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Molti colleghi, se si fossero ritrovati nella sua situazione di eterno comprimario, avrebbero storto il naso. Lui no: mai una parola fuori posto, anzi un sorriso sempre più genuino e raggiante ad ogni apparizione pubblica. E nel Defrel-bis, i tifosi si sono avvicinati sempre di più, anche e soprattutto i più caldi, a cui l’ex punta del Cesena ha fatto visita nel quartier generale di Braida neanche un anno fa.

Dispiace per come è andata a finire. Greg è un giocatore che, a 33 anni, poteva dire la sua in Serie B e prendere parte alla ricostruzione, recitando un ruolo da protagonista, dando l’esempio in campo e fuori ai più giovani. Ma è anche un professionista ancora in grado di dire la sua, in cadetteria come in una formazione di Serie A. E chissà che non possa riabbracciare i vecchi compagni di squadra nel derby con il Modena che ha messo gli occhi di lui

La ricostruzione, invece, partirà soprattutto da Pedro Obiang e da Andrea Consigli. Defrel, invece, non ci sarà. E se ne va, come è solito fare, senza sgomitare, dopo una stagione deludente nella quale è stato tra i pochi a non peccare di gravi insufficienze sul campo. Di lui, nella mente dei tifosi, resteranno tante giocate di forza e di tecnica sopraffina, unite ad una grande velocità di esecuzione, qualità sintetizzate nella fantastica rete segnata al volo al San Paolo di Napoli nel novembre 2016, per quella che probabilmente rimane la sua più bella perla al Sassuolo. Ma il ricordo più nostalgico e agrodolce risale alla sua ultima marcatura con la maglia del club emiliano, nella gara del Mapei Stadium contro l’Udinese dell’1 aprile scorso, rete che, prima del pareggio ospite, avrebbe potuto aprire la strada alla rinascita dei neroverdi trascinati da uno degli ultimi uomini, prima che calciatori, ad alzare bandiera bianca.

Defrel addio sassuolo

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Riguardo Giuseppe Guarino

Giornalista beneventano ma neroverde, mancino e grafomane. Sempre attento a tutto ciò che gli cambia attorno, ma con leggerezza. Prova a dare la sua visione sul mondo del Sassuolo

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