Il Sassuolo Calcio ha affidato ad Emiliano Bigica la conduzione della prima squadra. E’ stata una scelta, quella dell’esonero di Alessio Dionisi, che ai piani alti nessuno si aspettava di dover fare: sicuramente non a marzo, e che per questo è stata rimandata oltremodo. Magari va come l’anno scorso, inizia il filotto positivo: e nel frattempo le giornate passano. Ma non è questo l’articolo in cui parleremo della lassezza del Sassuolo nel tornare sui propri passi e nell’ammettere gli errori: lo abbiamo già fatto in passato, probabilmente lo faremo anche nel futuro prossimo. L’importante, arrivati a questo punto, è che la scossa all’ambiente sia stata data. Se retrocede il Sassuolo retrocediamo tutti: squadra, tifosi e anche giornalisti.
Bigica ha vinto la concorrenza di Grosso e Semplici, che volevano un progetto almeno biennale e non da traghettatore, mentre il Sassuolo voleva impegnarsi solo fino a giugno per poi decidere con più calma il da farsi. E non voleva fare follie per prendere il traghettatore per eccellenza, Davide Ballardini, che voleva la copertura del contratto fino al 2025 in essere con la Cremonese. Certo, quel “momentaneamente” apparso nel comunicato ha fatto pensare a molti che Bigica sia solo una scelta temporanea e che il Sassuolo stia continuando a lavorare sotto traccia (Di Marzio parla di un ritorno di fiamma per Grosso). Una sorta di traghettatore prima dell’arrivo del traghettatore. A noi risulta che Bigica dovrebbe rimanere fino a giugno, a meno che la tanto agognata scossa mentale non arrivi neanche con lui.
La scelta di Bigica può sembrare un ripiego, ma è in realtà la più logica. “Ma così ci rimette anche la Primavera”, direte voi. Noi siamo i primi a cui fa piacere – anzi, fa quasi godere – vedere il Sassuolo così in alto nella categoria più importante a livello giovanile, davanti a club molto più blasonati come Fiorentina ed Atalanta, per fare due esempi. Ma a cosa servono i risultati se i giocatori non vengono valorizzati, non gli viene data un’opportunità? Per la situazione in cui versa il Sassuolo, gli esperimenti sono l’ultimo dei problemi: e siamo sicuri che Bigica non farà scelte azzardate o “di cuore” in questo delicato finale di stagione.
La mancanza di esperienza tra i grandi e nel professionismo può far storcere il naso a molti, ma è altrettanto vero che Bigica non ha più nulla da dimostrare nelle giovanili: è un allenatore stimato dagli addetti ai lavori, con un curriculum di tutto rispetto e meritevole di una chiamata tra i professionisti già da qualche anno. La gavetta c’è stata, a sufficienza: e di precedenti positivi ce ne sono, vedasi Simone Inzaghi promosso dalla Primavera alla prima squadra della Lazio, adesso tecnico di un’Inter stellare.
Emiliano Bigica è un tecnico con carattere, senza fronzoli, che non guarda in faccia nessuno: e la sua Primavera gioca pure un ottimo calcio, ma questo aspetto è secondario adesso. Di certo non gli si chiede di far tornare gli esteti del pallone al Mapei Stadium. Bigica è una voce diversa, che serve come il pane allo spogliatoio del Sassuolo, probabilmente non unito come diceva Dionisi a mezzo stampa. O meglio, forse unito ma non sotto l’egida dell’impegno e della consapevolezza di essere in una situazione critica. Bigica può essere colui che toglie le (finte) certezze ai giocatori e rimette le palle al proprio posto. Dall’altro lato, resta pur sempre una scommessa non indifferente per una squadra mai a rischio come adesso per la retrocessione.
Ad Emiliano Bigica auguriamo un buon lavoro e buona fortuna: che riesca a lavorare in serenità e a portare quel quid in più che manca al Sassuolo.